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Cairoli visita la Ferrari

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Visita lampo di Antonio Cairoli alla Ferrari SpA per incontrare Stefano Domenicali team principal della Scuderia Ferrari Marlboro, suo grande tifoso e visitare la GES di Maranello, la gestione sportiva più famosa del mondo. L’invito in terra emiliana è la consacrazione per il 26enne di Patti , divenuto l’eroe sportivo delle Due Sicilie, simbolo del riscatto di tutto il Sud Italia, dopo aver piegato gli assi del Noreuropa, vincendo 5 titoli mondiali motocross. Presto Cairoli tornerà qui nella grande pianura, dove nel ‘900 è nato il mito della velocità grazie a uomini come Tazio Nuvolari, Enzo Ferrari, Omar Orsi e i fratelli Maserati, per aprire la stagione 2012 delle moto. Il 18 e 19 febbraio sarà con tutto il team RedBull KTM de Carli  al Circuito Città di Mantova, per la 29esima edizione dell’Airoh Starcross, la classica d’inverno.

Cairoli, com’è andata la visita a Maranello? «Stefano Domenicali è un appassionato di motocross, mi ha promesso che verrà a vedere una mia gara, sarò molto contento di poterlo ospitare nel nostro paddock. La visita alla Ferrari è stata molto emozionante, interessante vedere come lavorano  per produrre macchine come la 599 GTB Fiorano o la 458 Spider, poi il museo e il reparto corse. Maranello è qualcosa di difficile da spiegare, perché troppo bella e intensa la tradizione di questa fabbrica».
Torniamo a noi, il letargo delle moto è ormai finito. Che inverno è stato per il 5 volte Campione del mondo? «Era ora, sinceramente ero stanco di stare fermo a riposo. Abbiamo ripreso dopo la Befana con i test in Italia in diverse piste, stiamo lavorando parecchio sulle moto nuove. Abbiamo ancora delle migliorie da apportare, ma sono convinto che per lo Starcross sarà tutto in ordine».

Parliamo della preparazione in vista del debutto di Mantova, su cosa sta lavorando? «Soprattutto sulla condizione atletica e sulla parte muscolare. Il recupero dall’infortunio alla mano sinistra del Motocross delle Nazioni è stato ottimo ma a volte il ginocchio sinistro che mi ero rotto in SudAfrica nel 2008 mi crea fastidi. Stiamo lavorando per avere una condizione ottimale e per evitare problemi in una stagione come sempre lunga e difficile. Rispetto all’anno scorso il programma di allenamento è cambiato soprattutto per questa necessità, corro meno a piedi, faccio più palestra, ma man mano che ci avviciniamo al 18 febbraio tornerò ad allenamenti più bilanciati con mix di moto e atletica».
Ha dichiarato che a Mantova correrà con la KTM SX 350cc, la moto è pronta? «La scelta è stata effettuata proprio da voi, durante i test ufficiali di novembre. La nuova 450cc mi era piaciuta tantissimo, ma penso che la 350cc sia ancora quella che si addice di più alle mie caratteristiche. Per quanto riguarda la messa a punto, la 350 è una cilindrata ancora giovane e c’è sempre qualcosa di nuovo da provare. Per le sospensioni c’è stato un ottimo passo in avanti per quanto riguarda il mono ammortizzatore che è stato completamente rifatto. Le forcelle hanno nuovi trattamenti e nuove tarature interne che le hanno migliorate ulteriormente. Come motore siamo al pari di alcune 450. La moto c’è, non ci sono problemi».

E come ha trovato il Città di Mantova, durante i test di novembre?  «Come sempre mi è piaciuta molto, per questo la utilizziamo così spesso come nostro circuito test. A novembre era smossa, quindi molto più divertente per i miei gusti. Per lo Starcross come da tradizione troveremo un circuito lavorato al meglio e ottimale nel fondo, con tanti salti. Speriamo nel sole che allo Starcross non manca mai».
Quattro vittorie a Mantova, nei GP del 2007, 2008 , 2010 e nello Starcross 2010 quando impose al mondo la sua idea di gareggiare con una 350, dominando le tre manches. Punta a ripetersi?«Partiamo per fare bene e per fare spettacolo con tutto il team, perché Mantova è una gara che si corre anche per il pubblico, per i fans, per fare provare a gente nuova le emozioni del motocross.  So che tutti si aspettano da me la vittoria, ma Philippaerts non starà di certo a guardare mentre  Bobryshev ha dimostrato di esser capace di stare davanti, saranno tre manches tiratissime, come sempre».

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