L’Alfa Romeo 4C è una reinterpretazione, in chiave moderna, di alcune vetture storiche della Casa di Arese.
Presentata al Salone di Ginevra 2014, l’originale Alfa Romeo 4C debuttò al grande pubblico con un modello pilota, una versione cioè quasi definitiva per essere poi commercializzata l’anno successivo.
La vettura è totalmente innovativa con tecnologia derivata direttamente dalla Formula 1: si pensi al telaio, realizzato completamente in fibra di carbonio con strutture anteriori e posteriori realizzate in alluminio.
Per la realizzazione della monoscocca del telaio sono state utilizzate tecniche all’avanguardia fra le quali il processo Cobapress che abbina i vantaggi della fusione con quelli della forgiatura.
Tali tecniche in uno con il ridotto peso del propulsore hanno permesso di ottenere prestazioni elevate ed un comportamento stradale ottimale.
La carrozzeria è stata ottenuta combinando poliestere rinforzato con fibra di vetro a tutto vantaggio della leggerezza.
E anche nella progettazione e costruzione di altre parti della vettura l’obiettivo della riduzione di peso ha portato alla realizzazione dei paraurti in poliuretano ad iniezione, a vetri più sottili e leggeri, ad un parabrezza con uno spessore di soli 4 mm.
Per la propulsione ci si è avvalsi del 1750 TBI, cioè un motore in linea a quattro cilindri, turbocompresso con alimentazione ad iniezione diretta, con variatore di fase.
Interamente costruito in lega leggera, ha una cilindrata di 1742 cc con 240 cv di potenza massima, per una coppia di 350 Nm ed un velocità di 255 km/h!
Nel classico 0-100 km/h, la leggerissima Alfa Romeo 4C impiega soli 4,5 secondi.
Il propulsore è abbinato ad un cambio a doppia frizione a secco TCT, con trazione posteriore e la gestione tramite il manettino DNA.
Pur essendo in tutto e pet tutto un’Alfa, la Casa di Arese interviene sulla realizzazione della vettura solo nella fase della verniciatura: tutto il resto, assemblaggio compreso, viene effettuato negli stabilimenti della Maserati.
Nella fase realizzativa sono state utilizzate delle economie di scala, cioè uso di componenti utilizzati su altre vetture: infatti montante e calotte degli specchietti retrovisori sono di derivazine Grande Punto, i gruppi ottici posteriori sono di derivazione Alfa Romeo Mito, le manopole della climatizzazione sono di derivazione Fiat 600, i pulsanti di selezione del cambio come parte del volante e del comando degli specchietti esterni sono di derivazione Abarth.
Anche la plancia è scaturita da scelte tecnologiche innovative: è costruita in un pezzo unico di materiale polimerico pressofuso dove vengono inglobati degli interruttori in stile Giulietta.
Ma l’armonia che contraddistingue la vettura è in perfetto stile Alfa ed il risultato è una vettura scaturita dal sodalizio Alfa Romeo – Maserati, supportati dalla Dallara, in fase di progettazione.
Più made in Italy di così, di certo non poteva essere realizzato.
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