Il nome Type R compare per la prima volta nel 1992, con il debutto della NSX Type R di prima generazione.
L’obiettivo di Honda, attraverso il marchio Type R , era quello di sviluppare un’auto capace di coniugare un piacere di guida travolgente con la velocità di un’auto da corsa, spinta da un motore V6 da 3 litri in grado di erogare 280 CV. Attraverso un imponente programma di riduzione del peso, il modello standard di NSX viene alleggerito di quasi 120 kg anche grazie all’adozione di nuovi sedili Recaro in composito leggero in sostituzione del modello in pelle a regolazione elettronica.
In questa stessa occasione, l’emblema rosso di Honda, la tappezzeria color rosso e la carrozzeria color Championship White vengono utilizzati per la prima volta su un modello Honda di serie. La combinazione di colori scelta, che riflette la livrea delle monoposto da corsa Honda RA271 e RA272, è un tributo alla tradizione Honda nella Formula 1. La RA271 è la prima vettura giapponese a fare il suo ingresso nel mondo della Formula 1 mentre la RA272 è la prima a vincere un Gran Premio, conquistando la bandiera a scacchi in Messico nel 1965. Entrambe le vetture sono bianche e contraddistinte dal simbolo rosso del “sole”, ispirato alla bandiera nazionale giapponese; questi due modelli hanno segnato l’iconico percorso delle future varianti di Type R .
Nel 1995, Honda introduce la prima generazione di Integra Type R , ufficialmente disponibile solo sul mercato giapponese. Il motore VTEC da 1.8 litri a quattro cilindri in grado di erogare 200 CV di potenza di cui è dotata raggiunge un massimo di 8.000 giri/min. e rende l’esperienza Type R accessibile a un pubblico molto più vasto. La versione superiore è più leggera rispetto al modello Integra standard, pur conservandone la rigidità, e offre un cambio manuale a cinque marce a rapporti brevi oltre a sospensioni e freni migliorati.
La Honda Civic Type R del 1997, esclusivamente disponibile in Giappone, è spinta dal rinomato motore B16 da 1.6 litri, il primo montato su una vettura standard prodotta in serie a offrire una potenza in uscita superiore a 100 CV al litro. Type R offre un telaio più rigido, una sospensione anteriore e posteriore a doppio braccio oscillante, freni di livello superiore e un differenziale a slittamento limitato elicoidale.
L’anno successivo, in anteprima in Europa viene ufficialmente proposta una Type R nelle vesti del modello Integra Type R 1998. Spinta da un motore VTEC da 1.8 litri a quattro cilindri, questa iconica coupé offre 190 CV a un numero di giri/min. massimo di 8.000. L’attenzione al peso sulle versioni europee porta anche all’adozione di un parabrezza più sottile.
Il 1999 è l’anno che segna il lancio della prima Type R a cinque porte. Accord Type R è provvista di un telaio e sospensioni più rigidi, freni più potenti e un differenziale a slittamento limitato. È disponibile anche con un sistema a doppio scarico e uno spoiler posteriore opzionale.
Il 2001 vede il debutto della seconda generazione di Integra Type R per il mercato giapponese oltre al lancio della seconda generazione di Civic Type R, il primo modello Type R a essere prodotto presso lo stabilimento Honda of the UK Manufacturing (HUM) a Swindon. Anche la versione per il mercato giapponese, che vanta una serie di miglioramenti rispetto al modello britannico, viene prodotta a Swindon.
Nel 2002, la seconda generazione di NSX Type R viene introdotta in Giappone e rappresenta un’ulteriore evoluzione della filosofia di auto ispirate al mondo delle corse. La fibra di carbonio viene ampiamente impiegata per ridurre il peso, anche sull’ampio spoiler posteriore e sul cofano ventilato. Rimane il più raro dei modelli Type R di Honda.
La terza generazione di Civic Type R viene lanciata nel marzo 2007, ed è disponibile in due versioni. Ai clienti giapponesi viene proposto un modello sedan a quattro porte spinto da un motore VTEC da 2 litri a quattro cilindri in grado di erogare 225 CV di potenza e provvisto di sospensione posteriore indipendente; per il mercato europeo, invece, l’offerta consiste in una berlina a cinque porte che monta un motore VTEC da 2 litri e 201 CV a 7.800 giri/min.
Il 2015 segna il lancio della quarta generazione di Civic Type R, che vanta una serie di esclusive tecniche. Costruita intorno al primissimo motore TURBO VTEC – il più estremo e performante della gamma Type R – in grado di offrire 310 CV a 6.500 giri/min. e una coppia di 400 Nm da 2.500 giri/min. La gestione ottimizzate delle prestazioni è frutto del sistema di sospensioni adattative a quattro ruote e dell’esclusiva configurazione a doppio perno della sospensione anteriore. La nuova modalità “+R” offre ai conducenti, alla semplice pressione di un pulsante, la possibilità di vivere un’esperienza di guida più intensa con una risposta del motore ed uno sterzo migliorato oltre a una configurazione delle sospensioni ottimizzata. In fase di sviluppo, la Civic Type R di quarta generazione segna un nuovo record nella categoria auto di serie a trazione anteriore al circuito di Nürburgring Nordschleife.
Il 2017 segna il 25° anniversario dall’introduzione della primissima Honda Type R. Per oltre due decenni, l’emblema di Type R ha contraddistinto la versione del modello dalle prestazioni più elevate, frutto della filosofia di costruire auto da strada ispirate al mondo delle corse.
I modelli Type R di Honda hanno sempre rappresentato la purezza del Concept originario: minimizzare il peso e al contempo ottimizzare potenza, reattività, stabilità dinamica e prestazioni di frenata.
La nuova Civic Type R
Progettata ex-novo per offrire l’esperienza di guida più appagante nel segmento delle berline sportive, la Civic Type R di quinta generazione rappresenta il primo modello davvero “globale”. A differenza delle precedenti versioni in cui le varianti specifiche erano limitate al mercato giapponese o a quello europeo, la nuova Type R sarà esportata in tutto il mondo.
Fireblade, una moto leggendaria
La Fireblade. Una moto che ha riscritto le regole di design, prestazioni e maneggevolezza per la classe delle maxi supersport. E che da allora non ha mai smesso di farlo.
1992-1995, CBR900RR Fireblade (893cc)
Inizialmente sviluppata nella cilindrata 750cc, la prima CBR900RR di serie combinava un motore da 893cc con uno chassis ultra leggero e geometrie della ciclistica aggressive, per dare vita a una vera e propria rivoluzione, che rese la prima Fireblade una pietra miliare nella produzione Honda e non solo.
1996-1999 CBR900RR Fireblade (919cc)
Una evoluzione significativa della moto originale. Il potente motore da 919 cc (grazie all’alesaggio aumentato di 1 mm), era inserito in una ciclistica ancora più sofisticata per enfatizzare le prestazioni e le doti di guidabilità.
2000-2001 CBR900RR Fireblade (929cc)
La prima Fireblade con alimentazione a iniezione elettronica Honda PGM-FI. Motore da 929 cc e ciclistica riprogettata, con forcellone infulcrato direttamente sul carter motore per minimizzare le masse e rendere la moto ancora più compatta.
2002-2003 CBR900RR Fireblade (954cc)
Ancora più leggera e potente della precedente versione, la nuova Fireblade da 954 cc è ancora oggi considerata una delle più cattive sportive di sempre. Ciclistica super agile, pedane rialzate per massimizzare l’angolo di piega ed aerodinamica ultraperformante. Il risultato furono prestazioni entusiasmanti sia su strada che in circuito.
2004-2005 CBR1000RR Fireblade (998cc)
Ispirata alla RC212V MotoGP, la CBR1000RR del 2004 portò nella produzione di serie una valanga di impressionanti progressi tecnologici: il motore da 998 cc da 172 CV, lo scarico sottosella, l’ammortizzatore di sterzo elettronico HESD (Honda Electronic Steering Damper) e la sospensione posteriore con sistema Unit Pro-Link.
2006-2007 CBR1000RR Fireblade (998cc)
La Fireblade da 998 cc riceve nel 2006 una serie di aggiornamenti che la fanno progredire su tutti i fronti. Più leggera e più potente, migliorava in termini di agilità e prestazioni su tutti i fronti, rasentando la perfezione.
2008-2011 CBR1000RR (999cc)
Il 2008 è l’anno di una nuova rivoluzione. Riprogettata dal primo all’ultimo componente, fa della centralizzazione delle masse il suo punto di forza. Il motore arriva a 999 cc e la potenza a 178 CV. Lo scarico basso perfettamente integrato nella linea fa scuola in termini di design, e la frizione antisaltellamento è di serie. Nessuna aggredisce le curve come lei!
2012-2013 CBR1000RR (999cc)
Nel 2012 si celebrano “20 anni di Controllo Totale” con un accurato restyling che rende più spigoloso il frontale e introduce i cerchi a razze sdoppiate. Vengono inoltre introdotte le livree ‘Tricolour’ e un nuovo schema grafico per l’iconica ‘Repsol’.
2014 CBR1000RR (999cc)
Motore rivisto in molte componenti, compresi i sistemi di aspirazione e scarico, portano la potenza massima a 181 CV con un miglioramento dell’erogazione anche ai regimi bassi e medi.
2014 CBR1000RR-SP (999cc)
Per la prima volta una Fireblade “Sport Production” viene affiancata alla versione di serie. È dotata di sospensioni Öhlins appositamente messe a punto per Honda, e di freni Brembo monoblocco all’anteriore. Il motore da 181 CV prevede una selezione in fabbrica di pistoni e bielle per mantenerli in un range di equilibratura più ristretto. Rigorodamente monoposto e con livrea dedicata, è la Fireblade che massimizza il rendimento in pista.
2017 CBR1000RR (999 cc)
Grazie alla riprogettazione del 90% delle componenti, segna un ulteriore sensazionale passo verso il raggiungimento del ‘Controllo Totale’, grazie a un alleggerimento complessivo di 15 kg, a un incremento della potenza di 11CV (ora 192 CV) e ad un pacchetto elettronico di prim’ordine con piattaforma inerziale IMU. Le sospensioni sono Showa e i freni Tokico. Il sistema di scarico è in titanio.
2017 CBR1000RR SP (999 cc)
Rispetto al modello base, ha serbatoio in titanio, freni Brembo, sospensioni semi elettroniche Öhlins e batteria agli Ioni di Litio. Solo con livrea tricolour, è la 4 cilindri in linea più leggera della sua categoria.
2017 CBR1000RR SP2 (999 cc)
Progettata con l’obiettivo di essere la base di partenza per le elaborazioni della classe Superbike, ha motore con testata diversa e cerchi in alluminio forgiato per ridurre le masse non sospese e l’effetto giroscopico.
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