Lancia Flavia vettura di fascia alta, è stata prodotta dal 1960 al 1971 e divenne l’ammiraglia di Casa torinese dopo che la grande Flaminia uscì di scena.
La Lancia Flavia progettata dall’ing. Antonio Fessia, uno dei maggiori progettisti italiani, venne presentata al Salone dell’Automobile di Torino nel 1960 e la sua innovazione portò gli esperti del settore ad avere pareri opposti.
Le sue dimensioni erano importanti, nel frontale i gruppi ottici sdoppiati, grandi superfici vetrate e un abitacolo raffinato, con i sedili rivestiti con il classico “panno Lancia” e imbottiti di gommapiuma.
Tanti piccoli particolari, come lo specchietto retrovisore con il portabollo, le plafoniere automatiche, il portacenere con l’accendino incorporato, una plancia ricca di comandi, la predisposizione per il montaggio delle cinture di sicurezza, davano la sensazione di opulenza.
Lancia Flavia: un’ammiraglia innovativa
Tecnologicamente è una vettura innovativa, soprattutto per la sua trazione anteriore, con l’impianto frenante a doppio circuito idraulico con servofreno e dispositivo di stazionamento con comando meccanico, dotato di 4 freni a disco di serie.
Al lancio la vettura venne equipaggiata con un propulsore da 1.5 litri, capace di erogare 78 CV, che risultò sottodimensionato per la mole della vettura.
Ben presto, nell’autunno del ’63, la prima motorizzazione venne affiancata da un motore da1800 cc, in grado di erogare 92 CV e, nel 1965, con un impianto di iniezione meccanica Kugelfischer, adottato per la prima volta su un’auto di serie italiana, che portò la potenza a 102 cavalli.
Il primo vero restyling la vettura lo subì nel 1967, con un design che riportò la vettura nel solco della classicità tradizionale Lancia, con nuovi gruppi ottici e con un frontale che ricorda la “sorella” più piccola della Casa, la Fulvia.
Nel 1969 il motore venne portato a 115 CV nella versione a carburatori e a 124 CV con l’iniezione meccanica Kugelfischer.
Un ultimo restyling, sia interno che esterno, la Flavia lo ricevette nel 1971, e oltre al design venne deciso di cambiare anche il nome in “2000 i.e.”, dal propulsore della cilindrata più alta, con iniezione elettronica Bosch, che portò la potenza a 126 CV per una velocità di 187 km/h e una accelerazione nello 0-100 km/h di 10,4 secondi.
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