Quando si parla di motricità tutto-terreno, il brand Jeep è un punto fermo del mondo automotive, con le sue riconosciute capacità 4×4. Una popolarità che si è consolidata nel tempo, frutto di specifici componenti, con cui ogni singolo modello si presenta.
Le capacità di Jeep Renegade 4xe
Nel caso di Renegade, il primo elemento progettuale riguarda gli angoli caratteristici che nella versione 4xe Trailhawk risultano ulteriormente esaltati. L’altezza minima da terra è di ben 201 mm, facendo salire l’angolo di attacco a 27,7°, per proseguire con l’angolo di dosso a 17,6°, e finire con l’angolo di uscita a 28,02°. Numeri che sottolineano come dietro la silhouette da SUV ci sia la potenzialità per un off-road di tutto rispetto.
Passando alla propulsione, la sigla 4xe identifica la presenza di un motore benzina turbo da 1,3 litri combinata ad un motore elettrico situato sull’assale posteriore ed alimentato da una batteria di trazione da 11,4 kWh, ricaricabile durante la marcia o mediante una presa di corrente esterna.
La trazione a quattro ruote motrici è completamente automatica nella guida normale, ma il sistema SELEC-TERRAIN propone un ulteriore supporto, consentendo la gestione delle specifiche problematiche legate ai differenti fondi stradali.
SNOW offre ancora maggiore stabilità in presenza di condizioni atmosferiche avverse, come ad esempio con neve. SAND punta a migliorare la motricità sui fondi sabbiosi, mentre MUD è indirizzata a fondi coperti da fango oppure erba bagnata.
Oltre a questa selezione, 4WD LOCK forza l’attivazione dell’inserimento combinato di motore termico e motore elettrico, mentre 4WD LOW enfatizza ulteriormente le prestazioni della vettura in fuoristrada.
Con quest’ultima modalità attiva, è anche possibile selezionare lo scenario ROCK, con cui la trazione viene massimizzata, permettendo la più alta capacità di sterzata su superfici fuoristrada ad elevata aderenza, come ad esempio rocce di grandi dimensioni oppure solchi profondi.
Jeep Renegade 4xe affronta anche le discese più ripide con fondo insidioso grazie ad una modalità dedicata: HILL DESCENT CONTROL agisce in maniera autonoma e differenziata sui freni per garantire stabilità alla vettura.
Le tre Corniche tra Nizza e Mentone
La “Basse Corniche” si trova proprio a bordo mare, in una zona che 150 anni fa era ancora selvaggia, popolata da pescatori ed agricoltori, mentre oggi si presenta con un discreto affollamento di edifici e persone.
Ne consegue che il traffico può risultare particolarmente intenso, anche in considerazione dei 30 km/h di limite della velocità.
La “Moyenne Corniche” si eleva invece a qualche centinaio di metri sul livello del mare ed offre una sosta obbligata al piccolo villaggio di Eze. Sul percorso, piccole deviazioni portano anche ad interessanti parchi naturalistici.
Di tutt’altro spessore la “Grande Corniche” posizionata ad oltre 400 metri di altitudine, voluta su ordine di Napoleone Bonaparte, seguendo le tracce della romana “Via Augusta”. Si tratta del percorso più famoso, più sportivo (anche per la guida) è più selvaggio. Alla sua sommità il passo di Eze, che nel 2020 ha visto il passaggio di una tappa del “Tour de France”.
Qualunque sia il percorso scelto, tutte le tre soluzioni offrono differenti punti di osservazione sullo stesso affascinante scenario: la costa che collega Mentone e Nizza, con al centro i grattacieli del Principato di Monaco.
- Automotive: come sta cambiando il settore con la digitalizzazione? - 16 Dicembre 2024
- Guida all’assicurazione auto online - 9 Dicembre 2024
- È più conveniente comprare un’auto nuova o usata? - 27 Novembre 2024