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Isdera Commendatore 112i – Un V12 da supercar

La Isdera Commendatore 112i è così chiamata in onore di Enzo Ferrari

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Isdera Commendatore 112i è una sportiva incredibile!

E’ stata prodotta dall’omonima casa automobilistica tedesca e presentata al salone di Francoforte nel 1993: la Isdera Commendatore 112i è così chiamata in onore di Enzo Ferrari.

Della vettura furono costruiti solo due esemplari, uno nell’anno 1993, venduto a circa 410 mila euro  ed uno nel 1999 con cilindrata maggiorata, detto ‘Silver Arrow’, venduto a 1.500.000 euro.

Isdera Commendatore 112i

L’esemplare  prodotto nel 1993 venne equipaggiato con il propulsore V12 Mercedes 6.0 litri da 410 CV e 580 Nm, capace di far raggiungere alla vettura una velocità di 341 km/h con una accelerazione 0-100 km/h in 4,7 secondi ed abbinato al cambio Getrag manuale a sei marce.

L’esemplare prodotto nel 1999 si presenta con un propulsore potenziato, il V12 Mercedes aspirato portato a 6.9 litri capace di erogare 611 CV e 775 Nm.

Conseguentemente anche le prestazioni sono aumentate!

La Isdera Commendatore 112i vantava una accelerazione da 0 a 100 km/h in soli 4,1 secondi ed una velocità massima di 370 km/h.

I due esemplari costruiti hanno un uguale  design , filante e pulito, al fine di ottimizzare ilcoefficiente di resistenza aerodinamica.

Ed in quest’ottica per la vettura è stato studiato appositamente uno speciale tergicristallo, oltre ad   uno  specchio periscopico sul tetto invece dei tradizionalispecchietti  retrovisori.

Nella costruzione della vettura ci si è ispirati alle vetture da competizione, con

fondo piatto, apertura delle portiere ad ala di gabbiano, con sospensioni attive che durante la marcia, alle alte velocità, abbassano il telaio di 76 mm.

Basata su un telaio spaceframe, la Isdera Commendatore 112i è stata interamente costruita con un corpo realizzato in plastica rinforzata con fibra di vetro.

Purtroppo la vettura non è entrata in un regolare processo produttivo per via della recessione economica che ha colpito il Giappone negli anni ’90, Paese da cui provenivano i principali investimenti ,e la Isdera ha potuto dar vita solo al primo esemplare.

Il secondo è stato possibile realizzarlo dopo la  ristrutturazione dell’azienda da parte di un consorzio svizzero.

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