Alfa Romeo Montreal Vision GT Concept è un render ispirato ad un modello già presentato qualche anno fa…
E’ opera del designer Luca Serafini reinterpretare in chiave moderna un modello esclusivo: da qui nasce la sensazionale Alfa Romeo Montreal Vision Concept GT .
L’Alfa Romeo Montreal è un coupè 2+2 presentato dalla Casa di Arese all’Expo di Montreal che al momento dell’immissione sul mercato venne dotato di un propulsore V8 di 2.6 litri con angolo tra i cilindri di 90° capace di sviluppa re una potenza di 197 cv.
Il propulsore era abbinato ad un cambio manuale a cinque marce ZF.
La vettura arrivò sul mercato quasi in contemporanea con la crisi petrolifera degli inizi degli anni ’70 uscendone penalizzata anche in tema di consensi sul mercato.
Il designer Luca Serafini ha un ricordo bello e particolare dell’auto che così ricorda: “Nel 1986 1986 mio padre comprò una Alfa Romeo Montreal arancione fiammante. Originale da cima a fondo con l’eccezione dello scarico, che proveniva da Ansa. Ricordo la sera che tornò a casa con quel V8 così irregolare. Stava parcheggiando in retro nel garage. La macchina era circondata dal fumo, e la prima cosa che vidi erano le sue luci posteriori rosse e i paraurti cromati. Per me, ragazzino, quello è stato uno dei momenti in cui mi sono innamorato del mondo dell’automobile. Mi trovavo spesso a scendere in garage per ammirare quell’arancione, le linee e le forme della Montreal. Oggi non è considerato un classico, ma per me lo è”.
Sull’onda dei ricordi ecco allora dar vita all’immaginazione ed il render della Montreal è pronto con una reinterpretazione di un classico Alfa, parzialmente incompreso.
l designer modenese ha reinterpretato un classico di Alfa, parzialmente incompreso
I richiami all’auto originale sono evidenti: il cofano abbastanza lungo , il frontale con la griglia triangolare firmata Alfa Romeo, le prese di aria sul cofano ed i doppi fari con eleganti feritoie.
Le fiancate sono scolpite con minigonne evidenti così come sono evidenti le feritoie sui passa ruota posteriori .
Nella parte posteriore, il lunotto degrada dolcemente verso i gruppi ottici collegati tra di loro da una striscia luminosa, ed in basso il diffusore con i quattro scarichi, due centrali e due laterali.
Un ricordo, un’idea, un sogno che forse non si realizzerà.
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