Mercedes 190 , con la sigla di progetto W201, entro in produzione nell’ottobre 1982.
E’un modello storicamente importante per la Casa di Stoccarda e che lascerà un segno indelebile sulla produzione degli anni a venire.
Due le caratteristice che ne hanno decretato il successo: la prima commerciale, la seconda tecnica.
Commercialmente fu la prima berlina della Mercedes in un settore a lei non abituale mentre tecnicamente con l’introduzione dell’innovativo schema delle sospensioni posteriori, chiamato multilink, fu dato un riferimento all’industria automobilistica mondiale.
L’idea di dar vita al progetto si concretizzò guardando il successo che altre Case tedesche riscuotevano con i loro prodotti (Audi 80 e BMW serie 3) che sostanzialmente erano inferiori alla gamma di allora della Mercedes. E così, dopo qualche rinvio, nel 1976 l’ing. Bruno Sacco inizio a lavorare sul progetto e nei due anni successivi, grazie all’ingente stanziamento per lo sviluppo del progetto ed al team di designer guidato dall’italiano Sacco si iniziarono a definire le linee del modello.
La vettura definitiva venne presentata alla stampa l’8 dicembre 1982 e lo stupore fu enorme per l’eleganza ed i contenuti tecnologici della vettura.
Linee tese, tagli netti, riduzione delle cromature, limitate solo alla calandra ed un cofficiente aerodinamico di 0,32, nettamente inferiore all’ammiraglia della Casa con paraurti specchietti retrovisori esterni, maniglie delle porte, semplificati nelle forme.
L’impostazione meccanica era la tipica delle Mercedes con motore anteriore longitudinale, trazione posteriore, avantreno McPherson, sterzo a circolazione di sfere, freni a disco sulle quattro ruote, cambio manuale a quattro rapporti, oppure in optional cambio manuale a 5 rapporti o cambio automatico a 4 rapporti.
Nell’abitacolo, la plancia aveva tratti moderni in perfetta linea con l’eleganza degli esterni.
Nella gamma vennero previsti due allestimenti e due motorizzazioni: la 190 con alimentazione a carburatori di 1998 cc capace di sviulippare una potenza di 90 cv e la 190 E ad iniezione con una potenza di 122 cv .
Come da tradizione Mercedes, anche con la 190 non si lesinò sulla sicurezza: la scocca a defomazione differenziata, abitacolo rinforzato ed offerto come optional il sistema ABS.
Il successo ottenuto dalla vettura, spinse la Mercedes ad ampliare la gamma.
Nel 1983, al Salone di Francoforte venne presentata la 190 D con un propulsore 2.0 litri diesel aspirato a precamera da 72 cv e la 190 E 2.3-16 che ben presto diventerà la progenitrice di modelli ad alte prestazioni.
Nel 1984 venne presentata una nuova versione della 190 a carburatore: il propulsore originario ebbe un incremento di potenza che fu portata a 105 cv, mentre nell’anno successivo nella gamma entrò la 190 D 2.5 motorizzata con un propulsore 5 cilindri in linea monoalbero con 2498 cc in versione aspirata da 90 cv , abbinato ad un cambio manuale a 5 rapporti.
Con gli aggiornamenti tecnici, furono apportate anche miglioramenti estetici come i cerchi da 15” il servosterzo di serie su tutta la gamma, il tergicristallo panoramico ed il lavavetro con getto d’acqua riscaldato.
Nel 1986 la gamma venne ampliata con nuove versioni: la 2.3 e la 2.6 E.
La versione 2.3 era mossa da un quattro cilindri M102 ad iniezione con 2299 cc in configurazione monoalbero capace di sviluppare 136 cv, mentre la versione 2.6 E era mossa da un 6 cilindri in linea monoalbero ad iniezione di 2599 cc capace di sviluppare 160 cv .
Entrambe le versioni adottavano il cambio a 5 rapporti con ABS
Nel settembre del 1988 fu introdotta sul mercato la seconda serie con un restyling che interessò sia l’esterno che l’interno.
All’esterno furono rivisti i fascioni paraurti che adottarono la colorazione in tinta, e sulle fiancate fascioni in tinta con la carrozzeria, oltre alla mascherina del radiatore modificata.
Nell’abitacolo venne rivisitata la consolle e furono applicati nuovi rivestimenti. Le motorizzazioni rimasero invariate, però tutta la gamma offriva il cambio a 5 marce e ABS di serie.
Le versioni oltre i 2.0 litri di cilindrata di serie offrivano la marmitta catalitica.
Nello stesso anno la versione 2.3 -16 subì un incremento della cilindrata passando a 2498 cc con conseguente aumento della potenza che passò a 204 cv .
Nel 1989 al Salone di Ginevra fu presentata la 190 E 2.5-16 Evoluzione II con un propulsore di 2463 cc , una grande ala posteriore e parafanghi allargati a rimarcare l’indole sportiva della vettura.
Nel 1990 la 190 due litri a carburatore venne sostituita dalla 190 E 1.8 con propulsore di cilindrata ridotta a 1798 cc ad iniezione, capace di sviluppare una potenza di 115 cv .
Contestualmente su tutta la gamma venne inserita la marmitta catalitica di serie.
La produzione terminò nel 1993 con il lancio della Classe C .
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