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La penalità a Vettel rischia di decretare la morte della F1

Tempo di lettura: 4 minuti

Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un progressivo allontanamento dalla F1 da parte degli appassionati di tutto il mondo.

Che sia per la grandezza spropositata delle vetture, per l’esasperata ricerca tecnologica, per l’aerodinamica delle monoposto che poco si presta ai sorpassi, per i circuiti sempre più stretti e tortuosi, ma stare davanti alla tv per un intero GP diventa un’impresa sempre più ardua.

Se a ciò si aggiunge che in questa stagione il dominio delle Mercedes è stato talmente netto da annichilire la concorrenza, ecco spiegato perchè sono al vaglio della FIA numerose proposte pensate per aumentare lo spettacolo ed il divertimento.


Una decisione destinata a far discutere

In un simile contesto ha sollevato innumerevoli polemiche la decisione dei commissari di gara di penalizzare Vettel nell’ultimo GP disputato in terra canadese.

Ma perché il campione tedesco è stato penalizzato?

E perché questa decisione ha fatto insorgere, in primis, gli stessi piloti?

Per rispondere a queste domande occorre fare un piccolo resoconto sull’andamento del weekend e della gara stessa.

La Ferrari si presentava al GP del Canada con la necessità di tornare ad essere competitiva, nel tentativo di minare le certezze delle Mercedes, vincitrici di tutte le gare disputate sino ad ora.

Dopo un venerdì difficile, nelle qualifiche del sabato Sebastian Vettel era riuscito a mettere a segno un giro da autentico fenomeno, grazie al quale aveva conquistato la pole position e rifilato ben 3 decimi ad Hamilton.

Le aspettative per la gara, pertanto, erano altissime e nonostante la Mercedes avesse un passo gara superiore alle Rosse, Vettel era riuscito a domare gli assalti del britannico, conducendo con autorevolezza la gara.

Ciò, almeno, è avvenuto sino al giro numero 48 quando Vettel , dopo aver commesso un piccolissimo errore in frenata, ha dapprima messo tutte e quattro le ruote sull’erba e, poi, rientrando in pista, ha accusato un leggero sovrasterzo, impedendo ad Hamilton il sorpasso. Incidente di gara: questa l’idea di tutti gli addetti ai lavori e dei tifosi.

Dai commissari, invece, quella manovra è stata qualificata come “una condotta pericolosa”, sanzionabile e sanzionata con cinque secondi di penalizzazione all’arrivo.

Una decisione esagerata e, probabilmente sconsiderata, che di fatto ha messo fine al duello in pista tra Vettel ed Hamilton, con il britannico che non ha fatto altro che mantenere il distacco entro il limite dei due secondi.

La gara più bella ed equilibrata della stagione è stata così rovinata da una decisione discutibile che, soprattutto, contrasta con altre decisioni prese in passato in situazioni similari.

Una scelta incomprensibile anche in considerazione del fatto che Hamilton al 14 di giugno, secondo le scommesse sportive, a quota 1,70, è il favoritissimo assoluto per la vittoria del titolo piloti e che una vittoria di Vettel non avrebbe fatto altro che regalare un minimo di spettacolarità ed interesse ad un campionato che fino ad oggi è stato assolutamente senza storia.

Quanto incide sul mondiale

Con la penalizzazione di cinque secondi, quindi, nonostante abbia tagliato il traguardo per primo, Vettel è stato retrocesso al secondo posto in classifica.

Il tedesco, dopo essere sceso dalla vettura, era a dir poco furioso e si è reso protagonista di una protesta eclatante che ha subito scatenato l’entusiasmo dei tantissimi tifosi della Ferrari sparsi in giro per il mondo.

Se, tuttavia, nei giorni scorsi era circolata con insistenza la notizia che vedeva la Ferrari intenzionata ad appellare la decisione dei commissari, nelle ultime ore la casa del Cavallino ha comunicato che per il momento, in attesa di ulteriori e nuovi elementi di prova, non sarà presentato alcun ricorso.

Come raccontato anche dal Corriere della Sera, la Ferrari ha preso questa decisione, non tanto per non inimicarsi troppo la FIA e la Mercedes, quanto perché è il regolamento stesso a prevedere la non impugnabilità di un verdetto dei commissari nel caso in cui successivamente alla decisione degli stessi non emergano nuovi elementi di prova.

La Ferrari, ad ogni buon conto, dovrà dimenticare al più presto quanto successo in quel di Montréal e dedicarsi anima e corpo alla prossima gara.

La superiorità delle Frecce d’Argento ha gettato nel panico la casa di Maranello che in più di un’occasione si è resa protagonista di errori al limite del surreale.

A pagare il prezzo maggiore è stato senza ombra di dubbio il giovane Leclerc che, mentre a Montecarlo si era visto costretto a partire dalla quindicesima posizione a causa di un errore commesso dagli ingegneri nelle qualifiche, a Montréal è stato costretto a posticipare eccessivamente la prima sosta, perdendo contatto da Hamilton e Vettel.

Già a partire dal prossimo GP, che verrà disputato in Francia sul circuito di Paul Ricard , le Rosse saranno costrette ad invertire la rotta nel tentativo di riaprire un mondiale che sembra già pesantemente indirizzato verso la Germania.

Il distacco, sia nella classifica relativa al mondiale piloti che in quella dei costruttori, è notevole, ma a Maranello c’è la consapevolezza di avere a propria disposizione tutti i mezzi per riuscire in un’impresa che avrebbe dell’incredibile.

Anche Vettel e Leclerc saranno chiamati a dare dimostrazione del loro immenso talento ed i tifosi sperano che, già a partire dai prossimi GP, la fortuna possa finalmente sorridere alle Ferrari.

Seppur l’episodio tra Vettel ed Hamilton non offre la ragionevole certezza in ordine alla correttezza o meno della sanzione applicata, c’è la forte sensazione che la situazione avrebbe potuto essere gestita in modo diverso.

La FIA dovrà essere brava a comprendere al più presto che gli spettatori vogliono tornare a divertirsi e che questa F1, se non cambia, è destinata a morire.

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