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Pronta la guida autonoma 3.0 per la Toyota LS 600h L

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Toyota LS 600h LIl Toyota Research Institute (TRI) presenterà il nuovo test vehicle per la ricerca sulla guida autonoma, denominato Platform 3.0, al CES di Las Vegas, la più importante fiera di elettronica di consumo a livello mondiale.

La nuova piattaforma, basata sul telaio di una LS 600h L , coniuga straordinarie potenzialità tecnologiche ad un disegno elegante capace di integrare armoniosamente le tecnologie di guida autonoma all’interno della scocca. Il prototipo sarà esposto a partire da martedì 9 gennaio presso lo spazio Toyota nella North Hall del Las Vegas Convention Center.
Dr. Gill Pratt, CEO del TRI: “Il nostro team si è dimostrato ancora una volta capace di progredire notevolmente. Per portare la piattaforma di ricerca ad un nuovo livello abbiamo sfruttato le straordinarie competenze Toyota in fatto di design e di ingegneria, per creare un’innovativa piattaforma di test che sono certo diventerà un punto di riferimento per il settore.”

L’approccio del TRI nei confronti di questa nuova piattaforma è stato sviluppato secondo tre principi chiave:
1) incrementare la capacità percettiva delle vetture dotate di guida autonoma, diventando così un punto di riferimento per il settore.
2) integrare le nuove dotazioni all’interno del design della vettura assicurando un aspetto distintivo che sia allo stesso tempo slanciato ed elegante.
3) realizzare le tecnologie di guida autonoma in maniera tale da poterle integrare agevolmente nella produzione in serie.

Toyota LS 600h LPERCEPTION TECHNOLOGY
La Platform 3.0 rappresenta la più recente evoluzione della ricerca sulla guida autonoma da parte del TRI. La sperimentazione si è spostata sulla realizzazione di un pacchetto tecnologico dotato di una configurazione ben definita, e su livelli di performance che consentano alla vettura di comprendere al meglio l’ambiente che la circonda.
La Platform 3.0 monta una gamma completa di sensori che la rendono uno dei prototipi per la guida autonoma più avanzati del settore. Il sistema Luminar LIDAR, con una portata di ben 200 metri, copre oggi l’intero perimetro a 360° della vettura, fattore questo consentito dai quattro sensori LIDAR ad alta risoluzione capaci di rilevare tutti gli oggetti presenti nell’ambiente esterno.

I sensori LIDAR a corto raggio sono posizionati in basso sui quattro lati della vettura, uno in ciascuno dei pannelli laterali anteriori, in ciascuno di quelli posteriori e nei paraurti di coda. Questi sensori riescono a rilevare anche gli oggetti più piccoli nell’ambiente circostante la vettura, inclusi i bambini e i detriti presenti sulla strada. La nuova piattaforma è stata realizzata per la massima flessibilità, consentendo quindi l’integrazione delle future tecnologie non appena queste saranno disponibili sul mercato.

Toyota LS 600h LDESIGN
Il TRI si è avvalso delle competenze dello studio CALTY Design Research di Ann Arbor, in Michigan, e degli ingegneri della Toyota Motor North America Research and Development (TMNA R&D) per ridurre le dimensioni dei sensori e delle telecamere e per nasconderli accuratamente all’interno della scocca. Questi esperti hanno realizzato un nuovo pannello del tetto resistente a qualsiasi tipo di clima e di temperatura, sfruttando lo spazio disponibile all’interno del vano per minimizzare l’altezza della vettura. Questo ha consentito di eliminare le componenti aggiuntive e di rimpiazzare i sensori LIDAR che storicamente caratterizzano le vetture da test per la guida autonoma.
Lo studio CALTY ha progettato il disegno del pannello del tetto, seguendo una linea definita minimalismo intelligente, ispirata ai caschi da motociclista per la guida fuoristrada. L’area anteriore è caratterizzata da un look tecnico e ben definito che diventa più fluido e aerodinamico al posteriore della vettura, andando ad integrarsi con la linea di cintura della LS. Il pannello è integrato con inserti cromati che attraversano le fiancate per poi congiungersi con la linea del tetto.

Scott Roller, Senior Lead Designer del CALTY Design Research: “Il ruolo degli ‘Automotive Designer’ è sempre servito per concentrare l’attenzione sul modo in cui progettare e applicare le tecnologie di guida autonoma per i guidatori e per i passeggeri. È molto stimolante integrare queste componenti in completa armonia con il design di una vettura.”
L’architettura computazionale della vettura (nell’ottica del funzionamento dei componenti per la guida autonoma, che in passato occupavano quasi l’intero vano di carico) è stata a sua volta consolidata. I sistemi elettronici e il relativo cablaggio sono stati inseriti in una piccola scatola decorata con il logo TRI illuminato da LED.

PRODUZIONE
La produzione dei veicoli Platform 3.0 inizierà nella primavera prossima. Il Prototype Development Center della TMNA R&D con sede a York Twp, in Michigan, grazie alle competenze nella produzione specializzata con volumi ridotti, produrrà le unità Platform 3.0 basandole sui modelli Lexus LS di serie.
I volumi di produzione saranno intenzionalmente ridotti per continuare ad offrire la massima flessibilità, considerando in particolare la grande rapidità dei progressi ottenuti dal TRI con l’aggiornamento della nuova piattaforma. Sono infatti stati portati a termine in meno di un anno ben tre aggiornamenti di grande rilevanza, inclusi due test vehicles di nuova generazione. Il TRI ha annunciato inoltre ulteriori e significativi sviluppi anche nei mesi a venire.

Parte delle nuove vetture da test verrà realizzata con il layout a doppi comandi che il TRI ha presentato la scorsa estate, una dotazione che consente di testare l’applicazione Guardian di guida autonoma sperimentando nella maniera più efficace possibile il trasferimento del controllo tra il test driver e il sistema autonomo, mantenendo comunque un guidatore di supporto in caso di necessità. Le vetture a comando singolo, come quella esposta al CES, sono invece utilizzate per testare l’applicazione Chauffeur, che rappresenta l’approccio del TRI all’automazione completa della guida.
Le vetture dotate delle applicazioni Guardian e Chauffeur utilizzano la stessa gamma di sensori e telecamere, oltre a software pressoché identici.

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