Al Maker Faire di Roma, Eni ha puntato sulla realtà aumentata per la sicurezza dei lavoratori, attraverso una serie di strumenti in grado di aiutarlo, prevenendo possibili rischi.
Per il quarto anno consecutivo Eni è stata presente alla manifestazione con l’ampio spazio espositivo Innovation for Energy, dove il pubblico ha potuto toccare con mano le ultimissime innovazioni tecnologiche che sfruttano la realtà aumentata, pensate al fine di addestrare il personale, elevando conseguentemente il livello di salute e sicurezza dei lavoratori nella gestione di impianti e di raffinerie.
L’Augmented Health and Safety, promossa da Eni, sfrutta l’enorme bagaglio tecnologico maturato dall’azienda italiana nel corso di decenni di attività e studi. Al Maker Faire di Roma sono stati esposti proprio i primi prototipi di quelli che saranno, in futuro, le attrezzature dei lavoratori: caschi, maglie, guanti, calze e droni ultra sviluppati.
Il progetto di Eni è nato in collaborazione con il Massachusetts Institute of Technology (MIT), nell’ambito del progetto “Augmented Health and Safety” Eni-MIT Design Lab, parte della più ampia MIT Energy Initiative (MITEI).
I prototipi che sono stati presentati sono per la maggior parte indumenti pensati per garantire una protezione maggiore al lavoratore, una sorta di armatura protettiva. Grazie alla presenza di numerosi sensori, tali indumenti riescono a captare i segnali di possibile disidratazioni, scottature ed aumenti di temperatura che potrebbero elevare il rischio di incolumità del lavoratore.
Straordinaria è la possibilità offerta dai guanti Active Glove di comandare un drone, con una sensibilità incredibile: il controllo di aree di impianto, soprattutto in caso di emergenza, attraverso un occhio virtuale e volatile, garantisce una sicurezza mai vista prima.
L’innovazione ha viaggiato nello stand Eni anche mediante il Training in Virtual Reality (VR) che, attraverso l’Operator Training System, (OTS) ha permesso al pubblico di immedesimarsi nell’addestramento degli operatori d’impianto in maniera immersiva e collaborativa.
L’ambiente 3D ha permesso di simulare le reali procedure operative e le attività necessarie per realizzarle. I caschetti 3D ad alta risoluzione, utilizzati per l’attività, hanno concesso ai visitatori di essere catapultati nel mondo virtuale con la massima aderenza alla realtà.
Lavorando in maniera collaborativa nello stesso ambiente virtuale, anche su lunghe distanze, è parso che la lontananza venisse annullata portando due o più avatar nello stesso ambiente virtuale, permettendo loro di vedersi e sentirsi reciprocamente.
Per Eni, si tratta solo dell’inizio per un futuro pulito, sicuro e… da realtà aumentata.
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