Vehicle to grid: Enel, Nissan e l’Istituto Italiano di Tecnologia uniscono le forze per la mobilità elettrica intelligente
L’Istituto Nazionale Tecnologia ha una direzione ben precisa: esiste una terra di nessuno dell’energia, quando il consumo e il recupero dell’energia combaciano perfettamente, una sfera dove l’uomo produce e disperde la stessa medesima energia.
Questa bellissima realtà scientifica esiste in Italia da undici anni, nato nel 2006, oggi conta circa 1200 dipendenti, tra scienziati, ricercatori e operatori nel campo scientifico, circa la metà del personale viene dall’estero ed il 40% sono Donne.
Provengono da 58 paesi del mondo, l’ Istituto Nazionale Tecnologia attualmente vede impiegati 21 tipi differenti di scienziati, con un’eta media di 35 anni. Ogni 4 anni c’è un turnover naturale
Tante le realtà che attualmente svolgono le loro ricerche e le loro innovazioni presso l’Istituto Nazionale di Tecnologia, dal laboratorio Nikon, presente da oltre 5 anni, ai laboratori Moog (attuatori per robot), alla Novacart (packaging ), per finire alla IBM.
Negli ultimi anni l’Istituto ha generato 16 company
Vehicle to grid – Colonnine bidirezionali
Quando la macchina è ferma va collegata alla rete e quando è in movimento utilizza l’energia accumulata, una stabilizzazione, un perfetto punto zero.
Secondo l’attuale normativa vigente nel nostro paese, Vehicle to grid non è legale: le colonnine bidirezionali, il software di aggregazione di automobili, il regolatore di energia potrebbero produrre preziosi kW da utilizzare nella vita di tutti i giorni, se solo le auto fossero connesse tra loro ed alle colonnine bidirezionali.
Secondo una stima provvisoria, la bidirezionalità dell’energia produrrebbe circa 1500/1600 euro l’anno, da spendere in mobilità, ovvero in energia gratis: ogni volta che fermo l’auto, ricarico, cedendo energia in eccesso.
E’ l’era della Smart Mobility , una mobilità fatta di sostenibilità, quindi il veicolo deve diventare ecosostenibile, condiviso e connesso, deve integrarsi con sistemi intelligenti, selezionando opportuni percorsi. Il mezzo inteso come auto, sta diventando qualcosa di profondamente diverso da quello conosciuto negli ultimi anni, in Nissan questo percorso è iniziato già da qualche anno fa, quindi siamo in grado di rendere concrete idee fattibili”
Il progetto Nissan Intelligent Mobility si basa su alcuni pilastri fondamentali: l’ Intelligent Power (utilizzo della potenza energetica in maniera intelligente, proficua), l’ Intelligent Driving (sviluppo di tecnologie che consentono l’ausilio alla guida) e l’ Intelligent Integration (attraverso alcuni partner, si verifica se la vettura può diventare parte integrante di una città intelligente in grado di dialogare con il mondo esterno).
Il dipendente attraverso una app prenota la vettura all’interno dell’azienda per un proprio utilizzo personale, il tutto gratuitamente, perché l’energia viene ceduta ed utilizzata all’interno di un ciclo infinito.
I ricercatori dell’ Istituto Nazionale di Ricerche avranno a disposizione la possibilità di utilizzare due Nissan Leaf , in maniera totalmente automa e privata. Attualmente le colonnine presenti nell’Istituto sono unidirezionali, perché da parte di Nissan si vuole dar vita ad una provocazione, allo scopo di orientare la nostra classe politica verso una maggiore sensibilità alle energie alternative.
Enel è costretto a fare ricerche e sviluppo nel campo della mobilità elettrica in Inghilterra e Olanda a causa della mancanza di una precisa normativa nel nostro Paese.
Dalla Graphene alla Perovskite , sono tante e diverse le soluzioni tecnologiche che potremo vedere applicate sulle nostre automobili nei prossimi anni.
La concretezza parte da un processo base di formazione ed organizzazione di idee che diventano fattive attraverso studi di durata e fattibilità, è qui che l’ Istituto Nazionale di Tecnologia apporta la sua esperienza e intelligenza verso due realtà, Nissan ed Enel, entrambe leader, nel proprio segmento di mercato.
a cura di Marco Lasala
marco.lasala@reportmotori.it
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