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Suzuki Jimny Shinsei : uno spirito sacro, intoccabile.

Tempo di lettura: 3 minuti

E’ una pietra miliare del fuoristrada, mai nessuna come Lei, perchè dal 1970 continua a mietere successi, grazie alla sua straordinaria semplicità ma anche ad una grande efficacia di utilizzo nel fuoristrada: la nuova Suzuki Jimmy Shinsei , nasce per celebrare uno spirito intoccabile.

Era il 1970 quando la LJ10, venne commercializzata in Giappone dalla Suzuki con il nome di Jimny : una vettura semplice, basica, con un motore raffreddato ad aria, ruote da 16 pollici e sospensioni, anteriori e posteriori, a balestra.

A distanza di oltre 40 anni, il mito della LJ20, ritorna grazie alla Suzuki Jimny Shinsei.

Nel tempo la LJ10 divenne, LJ20, ed il motore fu dotato di raffreddamento ad acqua e l’altezza magicamente aumentò, garantendo alla Suzukina, un angolo di attacco di 35 gradi.
All’esterno cambia solo la griglia anteriore, con fessure verticali.

Estetica da Dark Yellow ’70
La nuova Suzuki Jimny Shinsei ha un’antenata celebre, la LJ20, e così, quale migliore occasione per non sfoderare una vernice che richiamasse quei fatidici anni ’70?  E’ il Dark Yellow ’70, vernice che con diversi tocchi di bianco lucido, come ad esempio il paraurti anteriore e le calotte specchi retrovisori, rende la Jimny Shinsei ancora più esclusiva.
I cerchi sono rigorosamente neri ed in acciaio, e montano gomme 205/50 R15, mentre per il tetto, c’è una gran bella novità.
Chi ama la Suzuki Jimny, ama il rispetto ma anche il contatto con l’ambiente, e così la Shinsei monta un tetto apribile, in tela, a comando elettrico, per avventure all’aria aperta.
Diversi i richiami con il passato, ad iniziare dal logo Jimny presente sul piccolo cofano anteriore, alla ruota di scorta esterna.

Interni da Limited Edition
Su di una versione a tiratura limitata, realizzata esclusivamente per il mercato Italiano, non può mancare la targhetta “Limited Edition”, scritta identificativa che contraddistingue ognuno dei 100 esemplari prodotti.
La dotazione di accessori della nuova Suzuki Jimny Shinsei è ricchissima:  dal sistema di navigazione con schermo da 6,2 pollici firmato Pioneer, ai sedili rivestii in pelle, all’aria condizionata, al sistema di trazione integrale AllGrip Pro, nulla è superfluo su di una vettura concepita per esser leggera e scattante nelle manovre offorad, più difficili.
Bella la targhetta identificativa del numero di esemplare prodotto ( ne saranno realizzate solo 100), presente sul tunnel centrale.

Prova in offorad
L’occasione è di quelle giuste e così qui a Carrara, il Team Suzuki Italia, ci propone un “percorso” che metterà in risalto le doti in “fuoristrada” del nuovo Suzuki Jimny Shinsei .
Saliamo lungo un percorso che non ha nulla di “stradale” perché creato letteralmente dal nulla, ovvero dal taglio della roccia.
La temperatura esterna è rigida, siamo intorno ai 7 gradi, ma nonostante questo la Jimny Shinsei si comporta egregiamente, mostrando un’agilità ed una capacità di aggrapparsi su superfici improbabili, senza precedenti.
Una volta raggiunta la cava, proviamo la Suzuki Jimny Shinsei prima nel Twist, poi nell’attraversamento di un guado ed infine in un’arrampicata spettacolare, al limiti dell’immaginabile.
Trazione anteriore, 4×4 o ridotte, qui un angelo custode, seppur elettronico, vigila sulla vettura affinché il guidatore non si possa trovare mai in difficoltà.
Il motore a benzina da 1,3 litri è dotato di fasatura e in movimento garantisce sempre una risposta brillante, purché non si esageri con l’acceleratore.

Per affrontare il Twist inseriamo le ridotte, così si parte, colpo di gas secco e volante leggermente girato, prova superata, con il Jimny Shinsei perfettamente a proprio agio. E’ praticamente infermabile, non mostra segni di affaticamento e nell’utilizzo in offroad si rivela perfetto.

a cura di Marco Lasala
marco.lasala@reportmotori.it

marco lasala

Credo di esser nato per comunicare la mia passione per i motori: i miei primi passi li ho mossi.. su di un kart!!! Mi sono laureato in Economia e Commercio (indirizzo Marketing), ma ho iniziato a fare il giornalista da quando avevo poco più di 20 anni, scrivendo per quotidiani nazionali e riviste estere. Oggi collaboro con diverse testate specializzate nell’universo automotive, provo auto e moto, descrivo le mie sensazioni di guida, cerco di emozionare i lettori. Sono un competitivo, amo salire sul gradino più alto del podio, sono convinto che il pericolo più grande sia frenare, piuttosto che affrontare una curva a gas aperto! Il mondo dei motori è in continua evoluzione, l’elettrificato macina chilometri, ma… nella mia mente la melodia di un V12 a 8.000 giri non svanirà mai!

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