X

Usiamo i cookie per fornirti un'esperienza migliore sul nostro sito web.

Il caso Verstappen

Tempo di lettura: 4 minuti

Il Gran Premio di Spa di Formula Uno ha visto il ritorno alla vittoria di Nico Rosberg che, partito in testa ha mantenuto la sua posizione fino a fine gara, facendo quello che è obbligato a fare chi guida la vettura migliore del lotto, la Mercedes: partire in pole e vincere.

E Rosberg aveva l’occasione di diminuire ulteriormente i punti di distacco da Hamilton, dal momento che il suo compagno di squadra partiva in ultima fila per via della penalità per la sostituzione del motore.

Il campione inglese, però, ha fatto una bella rimonta e si è portato fin sul terzo gradino del podio, dietro alla Red Bull di Ricciardo, approfittando del botto di Kevin Magnussen all’Eau Rouge; per fortuna il pilota a parte una contusione alla caviglia non si è fatto nulla di grave, ma è stato impressionante il crash contro le barriere e vedere staccarsi la protezione laterale che protegge la testa del pilota.

Tra gli altri protagonisti della gara, Nico Hulkenberg quarto con la Force India e il suo compagno di squadra Sergio Perez. A punti hanno chiuso Vettel (Ferrari) sesto, Alonso settimo, che da ultimo è riuscito nell’impresa grazie ad una Mclaren che inizia a vedere un po’ di luce in fondo al tunnel, anche se lo spagnolo pare intenzionato a lasciare la F1 a fine 2017. Poi Bottas con la Williams all’ottavo posto, al nono Kimi Raikkonen su Ferrari e al decimo Massa con l’altra Williams. Questo è quello che è accaduto in pista, soprattutto per il risultato.

Contatto al via tra le due Ferrari e la Red Bull

A parte l’incidente di Magnussen, l’episodio che ha condizionato la gara delle due Ferrari e della Red Bull di Verstappen è avvenuto nei primissimi metri di gara, quando in staccata Raikkonen partito bene si era portato dietro Rosberg e lasciato uno spiraglio a Verstappen, ha consentito l’attacco dell’olandese che ci ha provato e il contatto tra i due è stato inevitabile perché sulla sinistra c’era l’altra Ferrari di Vettel, che con una traiettoria stretta ha chiuso a sandwich il compagno di squadra tra la sua monoposto e la Red Bull. Risultato: danni alle monoposto con sosta ai box per sostituzione musetti e gomme. Diciamo che in Ferrari quest’anno non fanno molto per evitare le rogne, e questa volta diversamente dalle gare precedenti, è stata buttata all’aria una gara con un buon potenziale che poteva portare entrambe le vetture a podio. Ma se la manovra dei tre è stata considerata dai giudici un normale contatto durante la corsa, e ci può stare, quello che è accaduto dopo non è né serio né tollerabile per uno sport come la F1 e mi riferisco a quanto combinato da Verstappen. Non cambio una virgola sul giudizio e sul valore del ragazzo. E’ un predestinato, programmato, fenomeno, talento puro. Verstappen guida con l’istinto ed è chiaramente uno che ha velocità da vendere, un talento che ne nasce uno ogni 50 anni. Ha, di contro, ancora poca maturità per capire quale sia il rischio che comporta la velocità di una F1, e ancora non l’ha capito.

Max Verstappen va fermato per qualche gara

Voglio essere chiaro, per me Max Verstappen dovrebbe avere la superlicenza ritirata per qualche GP. Ed ecco il perché: per aver ripetutamente continuato ad ostacolare gli avversari in maniera scorretta nel tentativo di sorpasso nelle gare precedenti; per aver continuato a creare pericolo in pista subito dopo il crash al via del Gp del Belgio; aver zigzagato ad oltre trecento all’ora sul tentativo di sorpasso di Raikkonen al Kemmel; senza dimenticare che a fine gara con le sue dichiarazioni ha confermato sostanzialmente di averlo fatto a posta perchè si sentiva vittima di un torto subito da Raikkonen e Vettel all’inizio del Gran Premio.

E da ricordare che la manovra scorretta l’ha fatta anche nei confronti di Perez. E allora, ok Max, ok il duello, aggiungerei pure il triello, sono per questo tipo di F1, ok la prima staccata, anche se ha rischiato di finire lì il suo GP, sono per combattimento vero in pista e non per le lagnanze al team radio ad ogni sorpasso subìto, ma combattere lealmente è una cosa, fare zig zag a oltre trecento all’ora per non essere superati è un’altra.

La gara precedente molti piloti sono stati penalizzati per molto meno, questa impunità di Verstappen e disparità di trattamento non si comprende e prima o poi qualcuno si farà male. Mi ripeto, ok il campionissimo, come detto, è un bene per la F1, ma credo che, subito dopo la gara, Kimi Raikkonen si sarebbe dovuto presentare ai box per dirgliene quattro, visto che la FIA non gli dice nulla e gli fa fare quello che vuole. Il fatto di avere dei giudici diversi ad ogni gran premio sta trasformando questo sport – che ha già problemi di suo dal punto di vista regolamentare – in una farsa.

Non si può correre in F1 senza avere il rispetto della propria vita e della vita degli altri colleghi e la Fia è complice di tutto questo. Qualche anno fa al giovane Grosjean, dopo il volo che quasi decapitò Fernando Alonso, sono stati calmati i “bollenti spiriti” con qualche gara di stop.

Per come sta guidando Verstappen, ci sarebbero tutti i presupposti per fermarlo e farlo riflettere, ma dubito che ciò accadrà. In Formula uno vogliamo vedere i duelli, gli attacchi, difendersi fino all’ultimo metro di curva, ma per fare tutto questo lo si deve fare avendo rispetto delle regole e soprattutto consapevolezza che chi corre rischia la vita, non ci si può permettere di dichiarare – senza nemmeno essere redarguiti da chi questo sport lo deve governare -, di aver ostacolato a 340 km/h l’avversario perché si ritiene autorizzato a farlo. Mai sentito una cosa del genere.

Un mio amico mi faceva ricordare in questi giorni, un po’ a giustificare Verstappen, il ruota a ruota Senna-Mansell a Barcellona nel 1991. Ho risposto che quello è uno fra i duelli più belli della F1.

Ma per favore non paragoniamolo a quello che ha fatto l’olandese, io non ho visto né Il Leone inglese né Ayrton lamentarsi l’uno dell’altro, perché la sfida è stata dura, come deve essere, ma corretta, il ruota a ruota è il Karma della F1 non il zigzag, quello è un’altra cosa. Domenica 4 settembre la Formula 1 sbarca in Italia a Monza, nell’altro circuito storico del campionato, speriamo di non vedere più quello che abbiamo visto in Belgio.

Carlo Antonio Rallo

Altri articoli...