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Una Yamaha YZR-M1 a prova di Rossi

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Ha rappresentato la vera svolta della Yamaha nella MotoGP, la YZR-M1 è un’arma totale nelle mani di Valentino Rossi.

L’arrivo di Valentino Rossi nel team ufficiale di Iwata al termine della stagione 2003 ha segnato una svolta che ha risollevato il reparto corse da alcune stagioni in cui i rivali di Honda primeggiavano con il solo contrasto di Suzuki, da qui nasce la YZR-M1 o più nota come M1 , non solo una moto per il Dottore ma una vera e propria arma per le suo imprese.

Linea stretta e profilo snello, è il primo impatto visivo di un prototipo che da oltre dieci anni primeggia nella classe regina. Testate sia la soluzione a quattro valvole per cilindro, sia quella a cinque è stata scelta la prima. Una delle caratteristiche della moto è l’inclinazione del cilindro che permette una soluzione più avvolgente del telaio inizialmente in alluminio a doppia trave per migliorare l’aerodinamica complessiva.

La sfida tra prototipi giapponesi ha sempre caratterizzato la massima cilindrata. Con le modifiche al regolamento introdotte dal 2002 il duello si è spostato sui motori quattro tempi con un occhio di rigurado anche al mercato delle motociclette dedicate ai clienti.

In questo panorama Yamaha ha adottato un motore a quattro cilindri più convenzionale rispetto al tipico V5 di Honda.

Nella versione del 2004 la M1 presentava un motore più lungo delle precedenti e l’obiettivo dichiarato era la massima rigidità della moto. In questo periodo il baricentro è stato abbassato per permettere una miglior trazione e una migliore sensibilità in curva.

Tutto questo ha portato ad un balzo in avanti nelle prestazioni confermato dalla vittoria di Valentino Rossi nel GP d’esordio in Sud Africa conquistando poi il titolo in sella alla M1, era l’inizio di un binomio che ancora oggi è tra i migliori della MotoGP.

Negli anni la moto di Iwata ha subito alcune piccole modifiche dovute all’evoluzione teconologica, ma la base originaria resta la stessa di una moto nata già vincente.

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