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Il futuro dell’auto e della guida autonoma

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Audi RS7 Sportback - Guida Autonoma” La Idua ha vinto sul circuito di Spa Francorchamps la prima gara valevole per il Campionato Europeo Piloted Driving Car 2025. Dopo tre ore, venticinque minuti e 200 giri, la vettura del team Asterix è riuscita a stare davanti alla Wmb del team Obelix e allaSedecrem del team Star”.

Raccontata così, sembrerebbe una normale cronaca sportiva di un campionato automobilistico, ma la Idua e le altre vetture concorrenti, che non esistono nella realtà, sono delle auto-robot che vanno in pista da sole, e rappresentano lo scenario o la realtà, che da qui a qualche anno potrebbe rivoluzionare il concetto di automobile grazie all’utilizzo della tecnologia a guida assistita su strada e, perchè no, anche in pista.

Le Case più attive negli ultimi anni, Mercedes, Volkswagen, Audi ma anche, Bmw, Volvo, Renault, Toyota e la stessa Google, (sì, proprio il colosso di internet), Bosch e la Nokia, stanno perfezionando in giro per il mondo le loro concept car autonome, testandole su strade e autostrade più o meno trafficate.

Dopo i test di alcuni anni fa con una Touareg, il gruppo Volkswagen con Audi punta dritto al primato di sportività tra le vetture autonome, portando, domenica 19 ottobre, la sua Audi RS7 Sportback sul circuito di Hockenheim, durante l’ultima prova del campionato DTM. La Audi RS 7 “piloted driving concept car” andrà sul tracciato di Hockenheim a piena velocità. Grazie agli ultimi sviluppi della tecnologia di bordo il prototipo si spingerà fino al limite.

Con la Audi RS 7 “autonoma”, la Casa di Ingolstadt vuole mostrare le grandi potenzialità di questa nuova tecnologia. Anche Mercedes sta provando le sue auto-robot, e lo fa in California, uno dei pochi Paesi che ha autorizzato le Case a provare questo tipo di veicoli, beneficiando della licenza per testare le sue auto ‘self-driving’ nel traffico quotidiano e su strate molto più ampie e con altre caratteristiche rispetto a quelle tedesche. Come già in Germania, le auto utilizzate per lo sviluppo sono la Classe S e la Classe E. I test sono effettuati da conducenti appositamente formati. Il tester/passeggero deve riconoscere chiaramente se l’auto sta viaggiando in modalità ‘self-driving’ e deve essere in grado di intervenire in qualsiasi momento e la vettura deve potersi fermare autonomamente in qualsiasi circostanza.

Ma se Mercedes, Audi e Google scelgono la California per i test delle loro auto autonome,BMW preferisce le strade cinesi di Shanghai e Pechino. Ha, infatti, in programma due anni di test in collaborazione con Baidu, l’Internet company e motore di ricerca più grande e potente della Cina, e già interessata a sperimentare l’auto a guida autonoma.

La Casa di Monaco di Baviera da anni è impegnata in questo tipo di test. Quest’ultimo progetto è basato su tecnologiaActiveAssist, e il prototipo su base Serie 2 Coupé, specie nella guida sportiva sarà, addirittura, in grado di controsterzare senza alcun intervento da parte del conducente. Gli studi e le ricerche in Cina rientrano nell’ambito del progetto “Vision Zero“, che nelle intenzioni della Casa tedesca dovrà ridurre al minimo il rischio di incidente, e come già sta facendo Volvo, punta alla guida autonoma per un ruolo fondamentale nella mobilità del futuro.

L’obiettivo è quello di un “co-pilota elettronico” in grado di supportare e alleggerire il conducente da una guida monotona e ripetitiva, ma capace di prendere il controllo totale dell’auto. Gli obiettivi? Mai più stress in auto. Se l’auto guida da sola potremmo leggere, telefonare o mandare messaggi, evitando di essere causa di sinistri. Di sicuro si ridurrà e di molto la percentuale degli incidenti causati dall’alcol, e potrebbe rappresentare una vero motivo di libertà per molte persone, tra cui anziani e diversamente abili.

Ma l’obiettivo principale sarà quello di diminuire morti e feriti sulle strade e i conseguenti altissimi costi sociali. In Italia nel 2013 ci sono stati, purtroppo, 3600 decessi e 246 mila feriti per un costo totale di 1,81 miliardi di euro all’anno. Ecco, se questi dati verranno abbattuti o almeno diminuiti, anche gli appassionati dell’auto, gli ultimi “romantici” della guida tradizionale, non potranno che convertirsi al definitivo step evolutivo che l’auto conoscerà nei prossimi anni.

Carlo Antonio Rallo

Street Guardian

Giulietta Sprint