Domenica 5 ottobre verrà ricordata come una delle giornate più tristi per il motorsport. A Suzuka la Formula 1 è tornata a rivivere gli incubi e le paure del passato con l’incidente che ha visto coinvolto il pilota dellaMarussia Jules Bianchi che, è costretto a lottare per la sua vita all’ospedale di Yokkaichi.
“Lo stato di salute del giovane driver di Nizza è critico, ma stabile”. Le parole del portavoce della Fia Matteo Bonciani ai giornalisti accorsi davanti al centro ospedaliero giapponese.
Bonciani ha aggiunto che il quadro clinico resta sempre molto grave. Poi la terribile notizia dell’incidente di Andrea De Cesaris. L’ex pilota di F1, 55 anni, è scivolato con la sua moto sul guard rail del Grande Raccordo Anulare di Roma. Un incidente “banale” per uno che ha vissuto le corse brutali degli anni ‘80 al volante delle F1 da 1000 cv.
Nato nel 1959 a Roma, inizia a correre nei kart nel 1972. Si afferma prima a livello italiano e poi europeo. Nel 1977 inizia la sua avventura con le monoposto al volante di una Super Ford e successivamente inizia a gareggiare nella F.3 britannica.
Il 1980 è l’anno dell’esordio in Formula1, sostituendo Vittorio Brambilla sull’Alfa Romeo, la vettura con cui ottenne i migliori risultati. Al Gran Premio degli Stati Uniti-Ovest diLong Beach del 1982 conquistò la sua prima pole position in carriera e riuscì a guidare la gara, prima di essere superato da Niki Lauda. Era in seconda posizione fino a quando un problema ai freni lo costrinse al ritiro.
A Montecarlo rischiò di vincere se non gli fosse finita la benzina a un giro dal termine. Dal 1980 al 1994, ultimo suo anno in F1, ha disputato 214 GP con 208 partenze e correndo oltre che con Alfa Romeo, con Mclaren (unico italiano a guidare una monoposto di Ron Dennis), Ligier, Minardi, Brabham, Rial, Dallara, Jordan, Tyrrel e, infine, con la Sauber, quando fu chiamato a sostituire l’austriaco Karl Wendlinger dopo l’incidente di Montecarlo.
De Cesaris ha conquistato 59 punti iridati, 5 podi, una pole position e un giro più veloce, ma è entrato nella leggenda di questo sport per il suo grande carattere, il suo piede pesante, per la vita al limite e le sue grandi passioni: la velocità, il windsurf e le due ruote. E’ stato e lo sarà per sempre uno tra i piloti simbolo di un periodo straordinario per la F1.
Lui comeProst e Senna, Piquet e Mansell, Alboreto e Patrese, lui che non alzava mai il piede dal gas e che, forse, proprio per questo ha trovato la sua fine. Nel video, lo ricordiamo così, al comando del Gran Premio di Long Beach del 1982 con la sua Alfa Romeo 182. (Nelle foto i soccorsi aBianchi e De Cesaris con le diverse monoposto guidate).
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