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A Donington Park debutta il nuovo Pirelli

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Jonathan ReaDonington Park è il circuito per eccellenza dove l’incognita meteo rovina ogni programma e piano.

Proprio sul mitico circuito di Donington Park debutterà il nuovo pneumatico firmato Pirelli

Al quinto round il Mondiale arriva con due piloti britannici, Jonathan Rea e Tom Sykes, in testa alla classifica rispettivamente con 139 e 135 punti e con Kawasaki leader nella classifica costruttori con 4 punti di vantaggio su Honda.

L’appuntamento britannico ospiterà le sole classi Superbike e Supersport e la European Junior Cup, le categorie stock torneranno in scena il 22 giugno sul circuito di Misano Adriatico.

Per quanto riguarda gli pneumatici, Pirelli propone un nuovo pneumatico supersoft da qualifica che dovrebbe garantire un elevato livello di grip permettendo, come sempre, un massimo di due giri lanciati alla ricerca del tempo da pole position.
Confermate le soluzioni di gara, anteriori e posteriori, già viste in azione negli scorsi appuntamenti; i piloti EVO inoltre torneranno ad avere come soluzione dedicata la R1120, che rispetto alla R1368 che avevano a disposizione ad Imola e pur essendo sempre una mescola morbida, è più protetta in caso di temperature più basse e quindi più indicata ad essere utilizzata su un circuito come quello di Donington Park dove solitamente non si incontrano temperature elevate.

Donington Park VS gli pneumatici: l’incognita meteo
Il circuito di Donington Park, costruito nel 1931, attualmente è lungo 4023 metri con 7 curve a destra e 5 a sinistra e senso di percorrenza orario. A livello metereologico e di temperature è sempre un’incognita: vi si possono trovare sia condizioni primaverili con temperature piacevoli che permettono quindi l’utilizzo di mescole morbide come la SC0 così come giornate fredde ed anche piovose dove si è costretti ad utilizzare gomme intermedie o da bagnato piuttosto che gomme slick più protette per prevenire gli strappi ed una eccessiva usura dovuti al freddo. Spesso le gare si corrono sotto la pioggia che rende l’asfalto scivolo e viscido e questo rende ancora più elevato lo sforzo dei piloti mettendo allo stesso tempo in risalto o meno le loro capacità di guida su bagnato.

Quello di Donington Park è un tracciato di tipo misto abbastanza veloce con molti saliscendi (es. Holly Wood) e alcune curve lente intervallate da rettilinei che obbligano i piloti a frenate ed accellerazioni brusche come alla Melbourne Hairpin (curva 10). Sul rettilineo in uscita dalla Coppice (curva 8) si raggiunge la più alta accellerazione in uscita di curva.
Gli elementi più interessanti del circuito sono le due curve medie che interrompono il rettilineo opposto all’arrivo (Old Hairpin e McLeans Corner) perchè sono contemporaneamente brusche come un tornante ma veloci come un curvone e la velocità di percorrenza non scende mai sotto i 100 Km/h.

Se paragonato ad altri quello di Donington Park è un circuito dove non si raggiungono velocità elevatissime e, a causa anche delle condizioni termiche locali, questo si traduce in una condizione di lavoro estremamente fredda per gli pneumatici la cui temperatura superficiale oscilla infatti da un massimo di 110° fino ad un minimo estremamente basso di 50°. Nonostante la temperatura di lavoro sia quella di un normale impiego stradale gli pneumatici devono essere flessibili: nella prima parte del circuito dove è richiesta una grande stabilità sull’avantreno lo pneumatico anteriore dovrà mantenere il più possibile la propria conformazione e garantire il supporto necessario per gestire le curve in discesa; il posteriore è invece messo in esame in particolare nelle fasi di accellerazione brusche e violente che caratterizzano il circuito, specialmente quella in uscita dalla Coppice. Con il freddo la mescola battistrada, specialmente se morbida, fatica a raggiungere le temperature di esercizio corrette e, per via delle rigidità elevate, rischia di subire in fase di apertura gas lacerazioni e strappi superficiali. In questi casi, è consigliato utilizzare soluzioni posteriori robuste meccanicamente. L’usura da lacerazione tende invece a diminuire con temperature più elevate ma, in questo caso, a diminuire notevolmente è il grip offerto dal tracciato.

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