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Gli Italiani al volante

Tempo di lettura: 4 minuti

Fondazione VINCI Autoroutes pubblica i risultati di una vasta indagine realizzata dall’istituto Ipsos sul comportamento dei conducenti europei, fra cui gli italiani. Considerano inevitabili gli incidenti sulla strada? L’opinione che hanno di se stessi e degli altri guidatori corrisponde alla realtà? In che misura le loro abitudini al volante li espongono a comportamenti pericolosi? Insomma: che tipo di guidatori sono?

Mortalità sulle strade: tra gli italiani predomina la rabbia.

Allorché l’Unione Europea definisce l’obiettivo di dimezzare la mortalità stradale entro il 2020, il 61% degli europei sono convinti che il numero di vittime della strada nel loro paese potrà ancora ridursi notevolmente nei prossimi anni. I più ottimisti sono gli spagnoli (78%), che hanno registrato nel 2013 un record di diminuzione della mortalità stradale(1). Di fronte al numero di vittime della strada, gli italiani provano innanzitutto rabbia (il 38% rispetto al 17% soltanto degli europei), mentre per gli altri europei domina un sentimento di tristezza 41% (rispetto al 29% degli italiani).

Per ridurre ulteriormente il numero delle vittime, gli europei si rendono conto che bisogna intervenire su vari fattori. Per il 60% degli europei (e il 63% degli italiani) la principale causa di incidenti mortali sulle strade è la guida sotto l’effetto di alcol o stupefacenti, seguita dalla distrazione (51% degli europei e 55% degli italiani) e dagli eccessi di velocità (46% degli europei e 43% degli italiani). Il 40% degli europei (e il 40% degli italiani) ritengono che la sonnolenza sia un importante fattore di rischio in autostrada.

Guidatori esemplari dal loro punto di vista… ma irresponsabili agli occhi degli altri.

Se c’è un punto sul quale tutti gli europei sono d’accordo è l’opinione positiva che hanno di sé stessi al volante, visto che si attribuiscono un voto medio di 7,8/10 (e addirittura 8/10 per gli italiani, il voto più alto rilevato nell’inchiesta). Quasi tutti (il 97%) usano almeno un aggettivo positivo – «attento» (75% degli europei) o «calmo» (52% degli europei) – per descriversi quando guidano. Ed è lo 0% a ritenersi irresponsabili o pericolosi al volante! Quanto agli italiani, si considerano innanzitutto dei guidatori «attenti» (79%), anche se il 12% (rispetto al 10% degli europei) si dichiara «stressato». Quando si tratta di giudicare il comportamento dei loro compatrioti al volante, gli italiani sono più severi degli altri conducenti europei, poiché il 95% usa almeno un aggettivo negativo (rispetto a una media dell’82%).
All’unanimità, gli europei ritengono che i migliori guidatori siano gli svedesi (47%) e che i meno responsabili siano gli italiani (50%). Gli italiani stessi condividono questa opinione, poiché è il 71% a mettere il proprio paese in testa alla classifica dell’irresponsabilità al volante!

Comportamenti pericolosi e inciviltà: i conducenti europei rispetto ai conducenti italiani

o l’86% dei guidatori europei ammette di superare ogni tanto di qualche km/h il limite di velocità (rispetto all’83% degli italiani)
o il 62% non rispetta le distanze di sicurezza (rispetto al 61% degli italiani)
o il 48% riconosce di sorpassare dimenticando di mettere la freccia (rispetto al 50% degli italiani)
o il 19% dichiara di guidare talvolta senza la cintura di sicurezza (rispetto al 35% degli italiani)
o il 46% ammette di telefonare al volante usando il viva voce (rispetto al 66% degli italiani)
o il 31% riconosce di telefonare al volante senza usare il viva voce (rispetto al 44% degli italiani)
o il 26% spedisce o legge sms/mail mentre guida (rispetto al 35% degli italiani)
o il 56% riconosce che gli capita di insultare altri conducenti (rispetto al 61% degli italiani)
o il 28% ammette di sorpassare sulla destra in autostrada (rispetto al 20% degli italiani)
o il 47% confessa di clacsonare in modo inappropriato contro gli automobilisti che fanno innervosire (rispetto al 55% degli italiani)
o il 14% scende dall’auto per discutere con un altro conducente (rispetto al 21% degli italiani)

Focus su alcune caratteristiche italiane

Ipovigilanza: globalmente gli italiani si rendono conto dei rischi legati all’ipovigilanza, visto che il 74% dichiara che non bisogna mai mettersi al volante se si è stanchi. Eppure, sono quelli che rispettano meno la raccomandazione di fare una sosta ogni due ore: in media aspettano 3h25 prima di fermarsi (rispetto a una media di 3h04 per gli altri conducenti europei). È forse per questo che gli italiani, rispetto agli altri europei, sono quelli che si alternano meno alla guida durante il viaggio (il 66% rispetto al 71% degli europei). C’è però una buona abitudine più diffusa fra gli italiani che fra molti europei: è quella del pisolino ristoratore, praticato dal 71% (rispetto al 63% degli europei).
Alco
l: gli italiani sono fra i meno ragionevoli quando si tratta di limitare il consumo di alcol prima di mettersi al volante: si concedono infatti 2,4 bicchieri in media, poco meno dei belgi (2,8 bicchieri) e dei francesi (2,6 bicchieri), superando così largamente il limite definito dalle normative nazionali .

Metodologia: per realizzare questo panorama europeo del comportamento al volante, l’istituto Ipsos ha interrogato dal 29 gennaio al 10 febbraio 2014, su Internet, più di 7.000 europei – fra i quali 1.015 francesi, 1.001 tedeschi, 1.001 belgi, 1.002 spagnoli, 1.003 britannici, 1.004 italiani e 1.006 svedesi. La rappresentatività di ogni campione nazionale è garantita con il metodo delle quote.

A proposito della Fondazione aziendale VINCI Autoroutes per una guida responsabile

Creata nel febbraio 2011, la Fondazione VINCI Autoroutes per una guida responsabile è al contempo un laboratorio, un osservatorio e un vettore di informazioni dedicato alla lotta contro i rischi stradali. Intende contribuire a cambiare il comportamento stradale e ad aiutare i conducenti a diventare protagonisti della propria sicurezza. Fra le sue attività: campagne di sensibilizzazione ai rischi stradali; finanziamento di ricerche scientifiche innovative riguardo a certi tipi di comportamenti pericolosi ancora poco studiati o mal identificati dai guidatori; infine, finanziamento di iniziative private o associative a favore di una guida responsabile.

http://fondation.vinci-autoroutes.com

http://roulons-autrement.com

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