Il mercato dell’auto in Europa registra qualche timido segnale di ripresa. Da due anni, dal settembre del 2011 sul mercato europeo non si registravano due mesi consecutivi col segno più: dopo il +5,4% di settembre, a ottobre le vendite di auto nuove nel Vecchio Continente hanno segnato un +4,7% rispetto allo stesso mese dell’anno passato. In totale, sono state commercializzate 1.004.935 auto lo scorso mese, un valore che ha portato il totale da inizio anno oltre i dieci milioni di esemplari (10.006.807 unità).
Le notizie positive purtroppo non riguardano l’Italia che è l’unico grande mercato col segno meno. Tra i cinque grandi mercati continentali, l’unico a registrare dati in passivo, infatti, è stato quello italiano (-5,6%). Tra i costruttori la maglia nera è toccata al Gruppo Fiat. I numeri registrati dalle singole case sembrano sottolineare ulteriormente le difficoltà del nostro Paese, pur all’interno di un quadro europeo non certo esaltante.
Gli unici “big” col segno meno in ottobre sono la Hyundai (-1,9%), il Gruppo Psa, che è comunque tornato dalle parti della parità (-0,9%, una mezza vittoria rispetto al disastro dei mesi precedenti), e soprattutto il Gruppo Fiat, ancorato a un pesante -7,3%.
Negli ultimi mesi in casa Fiat-Chrsysler, che in Europa va male, ma negli USA e in Brasile e anche nei mercati asiatici molto meglio, si sono capite poco le mosse che il management intende prendere sul fronte dei nuovi prodotti da lanciare sul mercato e sul futuro assetto della casa. Marchionne aggiornerà a breve il piano industriale del gruppo, che sarà annunciato in occasione dei risultati del primo trimestre del 2014, e la situazione del mercato brasiliano, dove l’anno prossimo sarà inaugurato il nuovo stabilimento di Pernambuco.
L’A.D. di Fiat, criticato da tutti, da operai e sindacati, in rotta di collisione con i colleghi di Confindustria, dalla quale Fiat è uscita per la prima volta nella storia, continua a rappresentare per la casa torinese un vero punto di riferimento, un’ancora di salvezza come lo è stato Alan Mullaly per Ford che, a differenza di Marchionne non ha usufruito degli aiuti del Governo Obama. All’A.D. di Fiat si devono le scelte coraggiose per il cambiamento. Prima l’addio al progetto di acquisizione dell’Opel, quando sembrava ormai una cosa fatta, e poi la scalata ai vertici della Chrysler, operazione che ha trasformato Fiat in uno dei primi costruttori al mondo; del resto il manager italo-svizzero-canadese lo dice da sempre: “Si rimane protagonisti nell’automotive solo se riesci a produre più di 4 milioni di auto all’anno”.
Per ultimo, in ordine di tempo, il Lingotto ha segnato un altro passo importante rilevando l’intero pacchetto azionario di VM Motori, la storica casa di Cento (FE).
Fiat ha acquisito le azioni da General Motors. La divisione Fiat Group Automobiles già deteneva il 50% delle azioni del costruttore italiano di motori diesel, acquistate nel 2010. Questa operazione, sia finanziaria che industriale, consentirà al gruppo automobilistico torinese di controllare direttamente tutta la produzione dei motori diesel destinati ai propri modelli. Infatti, fino a poche settimane fa, VM Motori figurava come fornitore delle motorizzazioni 2.8 TD e 3.0 TD, destinate ai brand Lancia e Jeep, ma soprattutto a Maserati.
Quindi, il gruppo Fiat ha voluto salvaguardare il know how motoristico dei propri premium brand. Sul fronte novità, dopo le uscite di Panda e 500L e i restyling di Giulietta e Mito, in attesa della 500X e della sorella targata Jeep e dell’AlfaSuv bisognerà attendere il 2015, per vedere su strada il ritorno della tanto rinviata Giulia. I tecnici Alfa Romeo stanno lavorando a una nuova piattaforma modulare a trazione posteriore e integrale che sarà utilizzata su quattro modelli. Ovvero la Giulia, la Giulia Sportwagon, l’Alfa SUV di dimensioni medio grandi e una berlina di dimensioni maggiori, l’ammiraglia Alfa che manca da diversi anni, da quando è uscita dal listino la 166.
A questo nuovo progetto che dovrà rilanciare l’eccellenza Alfa Romeo si sta lavorando a Modena. Come già successo per la 8C e poi per la recente 4C, la casa del Biscione si è unita alla Maserati. Il prezzo da pagare sarà un altro posticipo nell’arrivo dell’attesa berlina e della station wagon del defintivo e agognato rilancio di Alfa Romeo. Intanto l’Alfa Romeo 4C è l’auto del 2013 preferita in Germania. La nuova piccola supercar del Biscione si è aggiudicata il titolo di migliore “sportiva importata” dalla rivista tedesca specializzata “Auto Zeitung”. I voti sono andati per la maggioranza alla sportiva made in Italy preferendola alle prestigiose inglesi Aston Martin Vantage V8 e Jaguar F-Type. Il premio ‘Auto Trophy 2013’ va ad arricchire il palmares di un modello entrato nei cuori degli automobilisti e già premiata al ‘Design Award 2013’ da AutoBild (Austria), ‘Miglior Auto Sportiva 2013’ secondo ‘El Economista’ (Spagna) e il premio ‘Most Exciting Car of 2013’ indetto da ‘What Car?’ (Gran Bretagna).
Le prospettive di rilancio almeno sul fronte dei nuovi modelli ci sono e un pò con i tutti i marchi del gruppo. Bisognerà attendere e vedere come risponderanno i mercati. Già dall’anno prossimo potrebbe esserci una svolta positiva anche in quello italiano. Le immatricolazioni dovrebbero aumentare di quasi il 3%. L’auto italiana non molla e sembra sulla strada giusta per il rilancio. Ci sono presupposti e qualità per farlo.
Testo a cura di Carlo Rallo
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