Car Policy
La ricerca è stata presentata in occasione dell’HRC Day, organizzato a Roma presso l’auditorium Enel giovedì 19 settembre da HRCommunity Academy, evento che ha coinvolto oltre 120 Direttori Risorse Umane e HR Manager appartenenti alla Community di riferimento nel panorama nazionale delle Risorse Umane.
L’indagine ha coinvolto un campione di 110 Direttori Risorse Umane e HR Manager attraverso survey on line e focus group, evidenziando come la gestione della mobilità aziendale assuma un rilievo sempre più strategico elevando la car policy a strumento dalle nuove e più ampie finalità.
Motivazione del personale e sicurezza dei drivers: questi gli obiettivi che idealmente gli intervistati vorrebbero raggiungere attraverso una gestione più innovativa e sofisticata della car policy.
Quasi la totalità delle imprese intervistate (94%) considera la Car Policy come uno strumento utile ed efficace per lo sviluppo della motivazione delle risorse umane. Nonostante questa consapevolezza, la gestione di una Car Policy flessibile risulta essere complessa per l’azienda: solo il 21% delle aziende riesce a coniugare la car policy con le specifiche esigenze personali dei drivers, quali ad esempio la composizione del nucleo famigliare.
La maggior parte degli intervistati percepisce la sicurezza come un elemento connesso in gran parte con le dotazioni del veicolo e la sua corretta manutenzione (82%), piuttosto che con uno stile di guida maggiormente virtuoso dei drivers (55%). La telematica, inoltre, risulta essere uno strumento utile per diffondere stili di guida responsabili per il 67% degli intervistati.
“Questa ricerca – dice Andrea Solari, Direttore del Corporate Vehicle Observatory di Arval Italia – mette in luce l’importanza della flessibilità nella gestione della mobilità aziendale: una strada ancora poco percorsa ma possibile attraverso l’utilizzo di soluzioni di outsourcing che comprendano anche la gestione della car policy. Inoltre si avverte sempre di più l’esigenza di una maggiore cultura della sicurezza, che passa attraverso non solo le dotazioni del veicolo, ma anche e soprattutto attraverso l’educazione verso stili di guida più consapevoli e responsabili”.
Pier Luigi del Viscovo, Direttore del Centro Studi Fleet & Mobility afferma che “le evidenze dell’indagine sono il sintomo di un fenomeno più generale: la centralità della persona rispetto alla struttura. Per quanto la Company Car resti uno strumento dell’impresa, la sua dimensione individuale appare rilevante, sia nel senso di rispondere ai gusti e alle esigenze diverse dei singoli driver, sia per il peso che i singoli comportamenti hanno. È una conferma ulteriore di come l’impresa sia sollecitata a rivedere la sua organizzazione, che deve adattare le strutture e gli schemi a una popolazione di dipendenti che esprimono diversità crescenti. “
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