Lamborghini Egoista, una sigla identificativa di un modello che già da ferma la dice lunga sulla sua presunzione!
Lamborghini Egoista attira gli sguardi, la curiosità di chi è consapevole che ogni creatura del marchio Lamborghini è portatore di emozioni, di sound, di prestazioni vertiginose, capaci di unire l’inimmaginabile al terreno!
Quale migliore occasione per presentare un modello carico di attrazione come quello della Lamborghini Egoista, in occasione di un anniversario così importante quale quello della celebrazione dei suoi 50 anni?
Spinta da un motore V10 da 5,2 litri, che eroga 600 cavalli di potenza, la Lamborghini Egoista è una vettura volutamente estrema ed inconsueta, con caratteristiche uniche al mondo, realizzata dal team di design del Gruppo Volkswagen ed in particolare da Alessandro Dambrosio per gli esterni e Stefan Sielaff per gli interni. Il team di De Silva ha scelto di creare una monoposto, portando oltre il limite tutte le caratteristiche che nel DNA Lamborghini significano piacere di guida puro, prestazioni e stile. Il cockpit, disegnato come un abito sartoriale su misura per il pilota, è un innesto removibile che una volta unito con il resto della macchina crea una perfetta unità tecnica, meccanica ed aerodinamica. L’ispirazione, come nella tradizione Lamborghini, viene ancora una volta dal mondo dell’aviazione, in particolare dagli elicotteri Apache, dove la cabina del pilota può essere espulsa in caso di emergenza. “Il cockpit, realizzato interamente in fibra di carbonio e alluminio, rappresenta una specie di cellula di sopravvivenza, che permette al pilota di isolarsi e proteggersi dagli agenti esterni,” ha spiegato ancora De Silva.“Con uno sguardo al futuro, la cabina dell’Egoista potrebbe essere sganciata da un jet e innestarsi su un automobile per seguire un altro percorso.”
Il design
Gli esterni sono caratterizzati da due aspetti fondamentali: l’architettura e il materiale. Il design è determinato da una struttura molto muscolare, dove vuoti e pieni si incastrano con forza e vigore. Il profilo della carrozzeria è dominato, sui fianchi, dalla sagoma stilizzata di un toro in posizione di carica, con le corna abbassate. Il toro spinge verso le ruote anteriori, conferendo un dinamismo futurista ad una linea già di per sé molto aggressiva. Naturalmente, si tratta di un omaggio, di una citazione stilistica ardita quale solo può essere una rielaborazione dell’icona del marchio Lamborghini, che vede com’è noto il toro in posizione di veronica. Una sfida, quella di inserire efficacemente il simbolo della Lamborghini quale parte integrante della carrozzeria, vinta con coraggio e arte.
La vista in pianta mostra un profilo a trimarano, dove lo scafo centrale costituisce un unicum con la cabina, sottolineato dalla copertura in carbonio presente sul cofano anteriore.
Nella parte superiore la vettura non presenta appendici aerodinamiche visibili bensì flap di aerodinamica integrati nel profilo carrozzeria che intervengono automaticamente a seconda delle condizioni di guida. Due flap orizzontali posteriori si attivano ad alte velocità per aumentare la stabilità, mentre una serie di prese d’aria a squame sulla dorsale del cofano motore garantisce l’afflusso di aria di raffreddamento al potente propulsore V10. Mentre l’anteriore della vettura presenta un profilo finalizzato ad aumentare il carico aerodinamico, il posteriore è tutto aperto con meccanica a vista, a vantaggio della leggerezza ma con il risultato di una maggiore aggressività tipica delle estetiche “naked”.
L’impianto luci della Lamborghini Egoista è più simile a quello di un aereo che di un’automobile. Non ha proiettori tradizionali, ma luci d’ingombro a led finalizzate a determinarne la posizione non su un asse solo come può essere la strada, ma su tre assi come nello spazio aereo. Due luci bianche davanti, due rosse dietro, un lampeggiante posteriore rosso nella parte alta della coda, due occhi di toro arancioni come side marker e due sul tetto, rossa a sinistra e verde a destra, rendono unico anche al buio quest’ufo a quattro ruote. Nascosti dietro le prese d’aria anteriori, in fondo al punto di unione tra lo scafo centrale e i due laterali, si trovano infine due potenti proiettori allo xeno, quasi due occhi d’aquila capaci di scrutare nell’oscurità fino a grande distanza.
Essendo stata pensata in materiali leggeri quali l’alluminio e il carbonio, la vettura presenta zone da non calpestare, debitamente segnalate come sugli aerei.
I parallelismi con il mondo aeronautico però non si fermano qui, poiché la carrozzeria è realizzata con uno speciale materiale antiradar e i vetri sono antiriflesso di gradazione arancione.
I cerchi sono anch’essi in materiale antiradar, opachi e ruvidi, impreziositi da lamelle in carbonio che migliorano l’aerodinamica.
Interni
L’interno del cockpit è veramente razionale, portato all’estremo nella sua funzionalità. Vi si trova un sedile racing con la cintura a quattro punti, dove ogni fascia è caratterizzata da un colore diverso, gli air-bag e la strumentazione ridotta all’essenziale. Il punto focale di quest’ultima è rappresentato dall’head up display, tipico dei caccia aeronautici. Per uscire il pilota deve rimuovere il volante appoggiandolo sulla plancia strumenti, aprire il cupolino con un comando elettrico, salire con i piedi sul sedile, sedersi sul lato sinistro della carrozzeria in un punto ben preciso e quindi ruotare la gambe di 180 gradi dal cockpit fino all’esterno veicolo. A questo punto può appoggiare i piedi per terra e alzarsi. Anche in questa manovra la Lamborghini Egoista pretende un pilota d’eccezione, un “top gun”.
La filosofia
L’Egoista racchiude, secondo Walter De Silva, tutti quei criteri di prodotto che fanno parte del DNA Lamborghini. “E’ come quando Ferruccio Lamborghini disse: io il motore lo metto dietro, il passeggero non lo voglio. La voglio per me, la voglio come me la immagino io. E’ una macchina fanatica, Egoista calza bene.”
Se le Lamborghini sono auto per pochi, va oltre. E’ un’auto per se stessa, un regalo di Lamborghini per Lamborghini, splendida nella sua solitudine.
L’Egoista è pura emozione, l’Isola che non c’è, che nessuno potrà mai possedere, che rimarrà sempre un sogno, per tutti.
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