Alessandro Zanardi, una persona capace sempre di sorridere alla vita e ringraziarla per tutto quello che gli dà, ha conquistato nell’ultima paraolimpiade tre medaglie: un oro nella cronometro individuale classe H4, un altro oro nella prova individuale H4, 64 km su strada, ed un argento con la staffetta mista.
Lo ha fatto con una handbike molto speciale, sviluppata in larga misura alla Dallara, da professionisti e amici che conosce da tempo, da quando nel 1988 esordì in Formula 3 proprio con una vettura made in Varano.
Non era una sua richiesta, ma in Dallara non conoscono altro modo di affrontare ogni sfida tecnologica se non con la massima passione ed il processo di sviluppo ha ricalcato proprio quello di una macchina da corsa: una volta digitalizzata la superficie corporea di Zanardi e della sua bici, c’è stato un approfondito studio di aerodinamica CFD (Computational Fluid Dynamics), finalizzato alla messa a punto della forma del mezzo. Definita la forma, si è passati alle analisi strutturali FEM (Finite Element Methods), per poi realizzare prove di laboratorio.
Si è parallelamente costruito un manichino per valutare l’abitabilità e la posizione di guida ed infine si è progettato e realizzato il primo prototipo nel mese di luglio, a cui è seguita la bici definitiva. Il primo e definitivo “giro di ruota” Alex l’ha potuto compiere soltanto il primo agosto, ma è proprio il caso di dire “buona la prima”, tanto è vero che con la sua nuova “Dallara” Zanardi ha ottenuto le 3 medaglie di Londra.
Tutto questo entro i limiti del regolamento tecnico che imponeva vincoli dimensionali e funzionali, proprio come in una vettura da competizione.
L’impegnativo lavoro ha generato un prototipo unico per Alex, quasi una “scarpa di Cenerentola”; tuttavia i concetti costruttivi studiati potrebbero anche dar vita un giorno ad una progettazione diversa per realizzare un modello adattabile a tutti, anche a persone normodotate che desiderano praticare un’attività sportiva all’aria aperta, indubbiamente nuova ed esaltante.
L’Ing. Dialma Zinelli, che ha tra l’altro promesso di essere il primo “tester” di questo ipotetico prototipo, è il responsabile dell’aerodinamica in Dallara e ha seguito direttamente il progetto: “L’aspetto più difficile è stato definire una posizione di guida corretta, con una giusta altezza ed un guscio confortevole. Ad ogni piccola modifica però, Alex ci dava feedback precisi grazie alla sua sviluppata sensibilità di pilota”. Sull’avventura ha aggiunto: “E’ stata fantastica, emotivamente intensa, il team di lavoro era straordinariamente motivato ed il propulsore di questo entusiasmo è stato proprio Alex”.
L’A.D. della Dallara, l’Ing. Andrea Pontremoli, ha aggiunto: “Alex ha saputo coinvolgere l’intera azienda con il suo sogno e siamo orgogliosi che il risultato premi una persona eccezionale. Si è inoltre promossa l’immagine di un’Italia che funziona“.
Sulla stessa lunghezza d’onda, l’Ing. Gian Paolo Dallara: “una persona unica, che arricchisce chiunque abbia il privilegio di conoscerlo”.
A margine di questa impresa, Zanardi ha dichiarato: “Si può offrire stima alle persone semplicemente perchè credi che la meritino; quando però a questo si aggiunge un rapporto di grande amicizia come quello che ho con l’Ingegner Dallara, con l’Ingegner Pontremoli e con le tante persone che lavorano a Varano, il desiderio di fare qualcosa di speciale con loro diventa fortissimo.
In “gioventù” avevo guidato una Dallara, ma in un Campionato di Formula 3 in cui correre con una monoposto realizzata a Varano era l’unico modo per essere competitivi, quasi come correre in un trofeo monomarca.
Mi sono dovuto inventare questa nuova, esaltante, avventura sportiva per rendere ai miei Amici quel tributo di emozioni che solo una competizione durissima da vincere può regalarti e alla fine sai, con profondo orgoglio, che la firma di ognuno è metaforicamente in calce a quella piccola impresa.
Dialma, Francesco, Giacomo, Andrea, e poi ancora Roberto, Carlo, Nicola, Fabrizio, Leonardo e comunque tutte le persone che hanno progettato e “stretto i bulloni” di questo mio mezzo fantastico erano a bordo con me durante le gare a Brands Hatch e con me dividono il merito di una delle gioie più grandi mai provate nella mia carriera sportiva. Sarà retorico, ma in attesa di alzare il calice (che poi verrà riempito più volte….) cari amici, grazie!”
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