In occasione dell’anteprima asiatica al Salone dell’Auto Cina 2012 a Pechino, la Volkswagen dimostra che la sportività della Beetle può essere abbinata anche alla trazione esclusivamente elettrica. Proprio per questo è stata sviluppata la E-Bugster, una Beetle speedster a due posti con 85 kW di potenza, che raggiunge in 10,8 secondi i 100 km/h, in totale assenza di emissioni, ma con un look davvero grintoso. Blue-e-Motion per un futuro pulito. Il cuore elettrico della EBugster si trova nella parte anteriore e pesa solo 80 kg. L’energia che alimenta il motore elettrico viene accumulata in una batteria agli ioni di litio, i cui moduli sono disposti dietro i sedili anteriori con un notevole risparmio di spazio. La capacità della batteria, pari a 28,3 kWh, regala nel ciclo urbano un’autonomia di almeno 180 chilometri: anche in un Paese immenso come la Cina, una simile distanza risulta sufficiente per la maggior parte dei pendolari per recarsi al lavoro e fare ritorno a casa. Poiché la Volkswagen dispone di una funzione di carica rapida, presso apposite stazioni la batteria può essere “rifornita” nell’arco di 35 minuti. La batteria della EBugster può inoltre essere caricata in casa tramite una normale presa. La presa per la ricarica si trova sotto lo sportellino che normalmente cela il bocchettone per il rifornimento.
Il guidatore della E-Bugster può visualizzare quanta energia viene richiesta agendo sull’acceleratore grazie a un apposito indicatore di performance. Sono inoltre presenti un indicatore di autonomia e un display su cui viene visualizzato il livello di carica della batteria. Un altro strumento nuovo a bordo della Beetle è l’indicatore di recupero dell’energia, che visualizza “l’attività” del sistema di recupero dell’energia in frenata: non appena il guidatore solleva il piede dal pedale dell’acceleratore e/o effettua una frenata, l’energia cinetica viene convertita in corrente e accumulata temporaneamente tramite la batteria, aumentando così l’autonomia della E-Bugster. La Volkswagen ha scelto di chiamare il proprio sistema di trazione elettrica Blue-e-Motion. Il nome Bugster si rifà a un’altra concept car della famiglia Beetle: la Ragster.
Era il gennaio 2005. Il palcoscenico era quello di Detroit. La Volkswagen presentò una New Beetle in versione speedster con ragtop piatto (tetto ripiegabile): la Ragster, un’anticipazione del design della Beetle di domani (cioè quella attuale). Più larga, più bassa e più sportiva. Nel 2005, riguardo alla fattibilità della concept car, si diceva che tutto è ipotizzabile: nel 2012, invece, si dice che tutto è possibile. L’idea alla base della Ragster, appunto una vettura più larga, più sportiva e con linea del tetto più piatta, si è infatti concretizzata nell’ottobre 2011 con l’attuale Beetle, a eccezione del ragtop. Resta ancora un punto interrogativo sul nome: E-Bugster. La scelta si spiega facilmente: si tratta di una combinazione fra la “E” che identifica le auto elettriche, il soprannome statunitense della Beetle (“Bug”) e il termine “speedster”, che indica le due posti cabriolet.
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