Il prossimo weekend vedrà il pilota del Team Pramac, Hector Barbera , impegnato nel primo round Europeo del Campionato MotoGp 2012, a Jerez de la Frontera, in Spagna, per la seconda gara della stagione. La città Andalusa è una delle capitali del motociclismo spagnolo e attira ogni anno circa 120.000 spettatori. Il pubblico che ci si aspetta numeroso come al solito,affollerà lanfiteatro naturale di Jerez sperando in una gara spettacolare. I 4423 metri della pista, sono caratterizzati da veloci cambi di direzione e staccate sorprendenti, per cui il pilota necessita di un set up reattivo e di un buon grip con lasfalto. Per Hector, questa è una delle piste di casa, vista la sua nazionalità, e di certo questo è un grosso stimolo per puntare ad un buon risultato. Il pilota spagnolo su questo tracciato ha sempre ottenuto discreti risultati, che lo rendono un avversario temibile, nonostante quella Andalusa non sia una delle sue piste preferite. Nel Gran Premio di Spagna il pilota bianco verde è andato a podio per la prima volta, nel 2004 guidando un Aprilia 125cc , per poi passare alla classe 250cc, nella quale ha collezionato tre quinti posti e, nel 2009, ha concluso la sua avventura in questa cilindrata, con un ottima quarta posizione. Nel 2011, come pilota della Premier Class, Hector è riuscito a conquistare proprio qui a Jerez la sua miglior prestazione annuale, con un appagante sesto posto, in sella ad una Ducati.
Hector Barbera: dopo lerrore fatto nella gara di Losail che mi è costato almeno due posizioni nella classifica finale, arrivo qui a Jerez con una gran voglia di riscatto. Il layout della pista Andalusa non si addice molto alle mie caratteristiche di guida, ma, nei prossimi giorni, cercherò di lavorare con il mio Team per trovare delle soluzioni che mi permettano di trovare un giusto compromesso per avere un passo costante e veloce. Inutile sottolineare il fatto che, anche qui, il mio obiettivo è essere la prima Ducati ufficiale a tagliare il traguardo e lavorerò sodo per ottenere questo risultato, cercando però di essere un po meno istintivo, rispetto alla gara del Qatar.