in

Sondaggio Direct Line

Tempo di lettura: 3 minuti

Spesso ci capita di leggere notizie su persone che si sono smarrite seguendo le indicazione del proprio navigatore o che si sono trovate in situazioni “complicate” con mappe non aggiornate, sensi unici cambiati e percorsi degni della ‘Parigi-Dakar’. Ma è così determinante oggi il navigatore quando si è al volante? Il Centro Studi e Documentazione Direct Line, la più grande compagnia di assicurazione on line, rileva che ben 7 italiani su 10 (70%) possiedono un navigatore per auto. Nonostante questa alta percentuale, gli approcci degli automobilisti italiani verso il dispositivo satellitare sono diversi: il 39% degli intervistati dichiara in modo pratico di affidarsi al navigatore solo in caso di necessità, il 27% si definisce ‘diffidente’, non basandosi totalmente sulle indicazioni del dispositivo, mentre il 4% non si mette al volante prima di aver acceso il magico schermo.
Ma in Italia non ci sono solo gli ‘addicted’: il 20% del campione infatti ammette di non averne mai posseduto uno, il 5% preferisce fermarsi a chiedere informazioni ai passanti, mentre un ulteriore 5% dichiara di non essere interessato ad avere indicazioni, perché in fondo a volte è bello anche basarsi sul proprio istinto e nel caso sbagliare strada.
A questi dati si aggiungono quelli rilevati da una ricerca internazionale, sempre condotta da Direct Line: il 20% del campione ha confessato di aver rischiato molto distraendosi al volante per colpa del navigatore, il 10% si è trovato in situazioni di pericolo o ha dovuto affrontare manovre vietate dopo aver seguito le indicazioni del dispositivo elettronico e un ulteriore 10% afferma addirittura di aver raggiunto una destinazione sbagliata.
Tornando quindi alla ricerca condotta nel nostro Paese, si evidenzia che gli italiani si dividono nella scelta della voce che fornisce indicazioni: una voce femminile è infatti l’opzione preferita dagli uomini (74%) mentre le donne per essere guidate durante il percorso scelgono in maggioranza la voce di un uomo (41%). I giovani under 25 (17%), controcorrente, scelgono di abbassare il volume dell’altoparlante per non essere distratti dalla voce-guida e di guardare solo il display.
Riguardo invece ai dispositivi più moderni che permettono ulteriori personalizzazioni, per essere meno convenzionali gli under 25 scelgono nel 20% dei casi la voce di un personaggio famoso, il 38% degli over 45 opta per una voce dalle tonalità calde e suadenti per essere confortati alla guida, mentre tra i 25-35enni il 45% preferisce una voce ironica, magari che si prenda gioco del guidatore quando sbaglia strada.
Direct Line prosegue l’indagine scattando una panoramica delle abitudini nelle principali città italiane: bresciani (54%) e romani (48%) sono coloro che più si affidano all’apparecchio satellitare solo in caso di necessità. I bolognesi (35%) sono i più scettici e non si fidano al 100% della tecnologia, mentre i torinesi (6%) sono i più dipendenti dal navigatore. Sorprendentemente i milanesi, precisi e tecnologici nell’immaginario di tutti, dichiarano nel 6% dei casi di non essere interessati al navigatore e di non prendersela se a volte capita di sbagliare strada. ‘Non c’è dubbio che il navigatore sia un accessorio per auto molto utile, soprattutto per chi viaggia spesso o si trovi a fare viaggi in aree non conosciute – commenta Barbara Panzeri, Direttore Marketing Direct Line – ma non per questo accendendo il navigatore ci si deve sentire autorizzati a ‘spegnere’ il cervello: il buon senso non deve mai essere un optional al volante.’

Fabrizio e Badovini pronti per Imola

La Superbike riparte da Imola