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Audi e-tron

Tempo di lettura: 3 minuti

Audi lavora assiduamente al futuro della mobilità elettrica, in particolar modo alle vetture e-tron e alla loro tecnologia. Il concetto globale, seguito dal Marchio dei quattro anelli, racchiude tutti gli aspetti, tra cui la modalità di ricarica delle batterie di trazione. Un approccio particolarmente interessante a riguardo è rappresentato dalla tecnologia di carica senza contatto, denominata Audi wireless charging. “Vogliamo mettere a disposizione dei nostri Clienti un processo di ricarica all’avanguardia: semplice, senza contatto e del tutto automatico. Il principio dell’induzione qui adottato non è una novità assoluta: sullo stesso principio si basa anche il funzionamento degli spazzolini elettrici e dei piani di cottura ad induzione”, commenta Bjorn Elias, Responsabile del progetto. “Ora lo utilizzeremo per caricare le batterie delle automobili.” Elias è responsabile della progettazione del sistema Audi wireless charging presso la Audi Electronics Venture GmbH (AEV), una consociata Audi che sviluppa nuove tecnologie nel campo dell’elettronica. La AEV ha il compito di riconoscere i nuovi trend nel mondo dell’elettronica automobilistica, verificarne l’idoneità all’impiego ed eventualmente, in collaborazione con aziende esterne, orientarle verso la produzione di serie. Un partner importante nell’ambito della tecnologia di carica senza contatto è la WiTricity Corporation, con sede a Watertown (Boston). Gli americani forniscono i componenti tecnici che vengono integrati nell’intero sistema della vettura. Si tratta in particolare di bobine, integrate in piastre. La cosiddetta piastra di ricarica fissa è collegata di norma alla strada o all’area di parcheggio, quella mobile alla parte inferiore del modello e-tron.
Quando la Audi e-tron, o un’altra vettura elettrica dotata dello stesso sistema, si porta sulla piastra installata a terra, il processo di ricarica inizia automaticamente. La corrente alternata nella bobina primaria produce un campo magnetico alternato, che genera per induzione (attraverso l’aria) una corrente alternata nella bobina secondaria installata sulla vettura. La tensione viene quindi raddrizzata mediante un trasduttore e condotta fino alla batteria, che così si ricarica. Il processo di ricarica si conclude non appena la batteria è completamente carica oppure quando il conducente riparte. Il processo di ricarica può essere tuttavia interrotto in qualsiasi momento manualmente.

La piastra di ricarica fissa può essere installata a pavimento, per esempio nel garage di casa, nel sottosuolo o sul manto stradale. Pioggia, ghiaccio o neve non rischiano di danneggiarla. Il suo campo magnetico si genera soltanto quando una vettura si trova sopra di essa, non rappresentando quindi un pericolo per persone o animali. Questa tecnica di ricarica si adatta senza problemi all’infrastruttura stradale, per esempio come equipaggiamento di parcheggi o strade residenziali. Elias ipotizza uno scenario virtuale: “Provate a immaginare di utilizzare la vostra Audi e-tron per andare a lavoro e al ritorno fermarvi a fare la spesa. Ovunque si trovi l’auto quando è ferma, la batteria viene ricaricata, persino al semaforo. I cicli brevi sono la soluzione migliore per la batteria ricaricabile, perché più breve è il ciclo di carica, maggiore sarà la durata utile della batteria”. Siamo tuttavia ancora molto lontani da una diffusione capillare dell’infrastruttura di ricarica. Audi prende attivamente parte alle commissioni di ricerca tedesche e americane impegnate nella promozione di uno standard pubblico e unitario. In pochi anni – questa la stima di Bjorn Elias – la tecnologia della carica automatica senza contatto potrebbe diventare di serie. Vanta infatti il potenziale necessario per dare un nuovo impulso alla mobilità elettrica.

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