Se c’è una sigla nel mondo dell’auto che è sinonimo di piacere di guida, prestazioni pure senza compromessi e praticità di tutti giorni è GTI.
Fra le auto a grandissima diffusione che hanno lasciato il segno, due in particolare hanno fatto battere il cuore a tanti giovani: Volkswagen Golf GTI e Peugeot 205 GTI. La prima versione della Golf nacque nel 1974. Il design si deve alla matita di un vero stilista dell’auto: Giorgetto Giugiaro. Da allora sono state costruite quasi 25 milioni di pezzi in sei versioni diverse. Dopo la presentazione del modello base nel 1976 venne presentato il primo modello sportivo destinato a fare storia, la Golf GTI.
Un auto compatta con assetto più rigido, peso contenuto, trazione anteriore e un motore 1.6L la rendevano agile, scattante e veloce come nessuna nella sua categoria. Da allora la Golf è cresciuta in dimensioni e segmento e ne ha riproposto il modello GTI, ha adottato l’elettronica, il cambio a doppia frizione e aumentato le prestazioni come nel modello che ho provato in pista a Pergusa qualche anno fa, ma mai nessuna ha ripetuto il successo della prima Golf Gran Turismo.
Al prossimo Salone di Ginevra verrà lanciata la nuova Peugeot 208 GTI. E allora questa sigla non può che farmi tornare indietro con il tempo e con i ricordi alla mitica 205 GTI. L’auto doveva inizialmente chiamarsi 105, per sottolineare la continuità con la sua antenata, debuttò invece con il nome di 205. Siamo nel gennaio 1983. La stampa che ebbe modo di provarla, rimase colpita per l’agilità della vettura e per la sua eccezionale maneggevolezza. Nell’ottobre del 1986, al Salone di Parigi, venne proposta la 205 GTI 1.9, con motore da 1905 cm3 litri e 130 CV.
Entrambe le versioni GTI, da 1.6 e soprattutto da 1.9 litri, si riveleranno un gran successo, specie presso il pubblico più giovane, che ne apprezzò il gran temperamento sportivo ed i ragionevoli costi di esercizio. Rispetto alla Golf ne ho un ricordo personale. Era l’auto di un mio cugino. Bellissima con il suo colore metallizzato scuro, gli interni sportivi, un sound unico allo scarico e un motore che al minimo era già corposo e sportivo. E poi la guidabilità, la tenuta di strada e le prestazioni, specie in accelerazione. Ricordo che era piatta, non si coricava nelle curve e aveva una precisione di guida e una reattività dello sterzo che nessuna altra auto aveva.
E infatti, quelle caratteristiche per anni la resero una “regina” dei rally. Come per la Golf, anche in Peugeot hanno riproposto negli anni diversi altri modelli con la sigla GTI, ma nessuna ha avuto il successo della 205. Attendiamo la Golf 7° GTI e la nuova 208 GTI, saranno come sempre ultratecnologiche, sicure e veloci, ma quasi con certezza non avranno il fascino intramontabile delle due antenate, vere icone di sportività automobilistica.
Testo a cura di Carlo Rallo
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