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Dove avviene il furto

Tempo di lettura: 4 minuti

Nel 2010 i furti di veicoli hanno confermato di costituire una problematica di primo piano per il nostro Paese: sono state, infatti, rubate ben 124.197 vetture, 38.783 motocicli e 2.908 automezzi pesanti (Fonte: elaborazioni LoJack Italia su dati del Ministero dell’Interno).
Lo scorso anno ogni giorno sono state rubate oltre 340 autovetture, circa 14 ogni ora, e una ogni 4 minuti; al contempo diminuisce il numero dei veicoli rubati e poi recuperati e restituiti ai legittimi proprietari: un bollettino per nulla rassicurante per i possessori di auto, nonostante la diminuzione del numero assoluto dei veicoli sottratti, passati dagli oltre 222mila annui del 2000 agli oltre 124mila del 2010.

Dove avviene il furto
I moderni sistemi antifurto hanno reso i furti indubbiamente più difficili, ma non per questo impossibili; ladri esperti e con attrezzatura adeguata sono in grado di disattivare gran parte dei sistemi antifurto nel giro di pochi minuti. Inoltre, alle tradizionali tecniche di furto se ne sono aggiunte alcune molte pericolose, anche per l’incolumità stessa dei proprietari dei veicoli: in diversi casi i ladri non esitano ad entrare in casa per rubare le chiavi delle auto.
Può così accadere che il proprietario dell’auto si accorga della sottrazione della chiave solo diversi giorni dopo, rendendo di fatto più difficile il ritrovamento dell’auto. Talvolta invece, ed è l’eventualità più temuta, questi tentativi possono degenerare in vere e proprie rapine violente ai danni dei residenti.
Stando ai risultati della ricerca, nella maggior parte dei casi il furto dell’auto avviene proprio in situazioni apparentemente percepite come “sicure”, nei pressi dell’abitazione della vittima. Tra i luoghi preferiti dai topi di auto per portare a termine le proprie azioni criminali:
– parcheggio esterno vicino a casa: 36,2%
– parcheggio in luogo pubblico: 23,8%
– garage interno: 13,8%
– vicinanza al luogo di lavoro: 13,8%
– vacanza/trasferta: 10%
– altro luogo: 2,4%

Tecniche di furto e presenza di antifurto
In 40 casi su 100 il derubato non è in grado di ricostruire le modalità seguite dai ladri per portare a termine la loro azione criminale. Negli altri casi il furto avviene con scasso diretto (31,2%), con traino e poi scasso (13,8%), con sottrazione di chiavi (5%) o con altri stratagemmi (10%), quali ad esempio l’asportazione dell’antifurto meccanico, la sostituzione della targa e la clonazione del telecomando.
Un altro degli stratagemmi sempre più diffuso ha a che fare direttamente con le rapine presso le concessionarie: la custodia delle chiavi originali all’interno dei veicoli oppure presso un punto centrale situato all’interno del negozio rende più semplice il furto di auto in  esposizione.
In 63 casi su 100 la sottrazione dell’auto si verifica nonostante la presenza di un sistema antifurto: elettronico di serie nel 75% dei casi, blocca sterzo-pedaliera (21,2%), allarme acustico aggiunto (9,6%), blocco motore aggiunto (7,7%) e sistema di localizzazione satellitare (5,8%).
Oltre al 35% delle vittime di furto che non si dotano di antifurto (nonostante i dati attestino il primato del nostro Paese nella classifica delle sottrazioni di auto a livello europeo), anche per il 63,8% degli automobilisti che lo hanno inserito, l’antifurto non svolge il suo ruolo in modo decisivo ed efficace.
La spiegazione di coloro che hanno deciso di non dotarsi di un antifurto è semplice: per gran parte degli intervistati l’auto non è ritenuta nuova (43% circa) e appetibile dai ladri (21,4%). Questo è un errore di valutazione molto frequente, molte organizzazioni criminali infatti preferiscono rubare auto non nuove perché presentano un’elettronica meno sofisticata e perché maggiormente utili nel mercato nero dei pezzi di ricambio. Numerose sottrazioni dei veicoli a scopo cannibalizzazione sono state inoltre riscontrate in Puglia. In questo territorio il modus operandi della criminalità prevede infatti il “ricovero” dei veicoli rubati all’interno di capannoni, finte serre o all’aperto nel mezzo di uliveti. Le foglie degli alberi nascondono ad occhi indiscreti il maltolto, anche da eventuali perlustrazioni dall’alto con gli elicotteri. Proprio a fronte di questi particolari “escamotage” messi in atto dai malviventi il sistema LoJack si è rilevato molto efficace grazie alla possibilità di rilevare e tracciare il segnale a radiofrequenza emesso dal veicolo rubato anche nei sentieri campestri più isolati.
In altri casi questi stessi veicoli vengono presi per compiere altri crimini, dando meno nell’occhio rispetto ad auto nuove o fuoriserie. A testimonianza di questi fenomeni, la classifica delle auto più rubate nel 2010 vede posizionata al terzo posto, dopo le Fiat Panda e Punto, la vecchia Fiat Uno (elaborazione LoJack dati Ministero dell’Interno 2010). Per quanto riguarda i veicoli di nuova progettazione invece, la Centrale Operativa LoJack ha registrato numerosi furti di Fiat Panda (veicolo di piccola cilindrata). 
Di seguito le altre motivazioni fornite dalle persone che hanno scelto di non dotarsi di un antifurto: alcuni hanno pensato di lasciare l’auto incustodita per poco tempo oppure in garage (10,7%), altri ritenevano che con la scheda di accensione fosse meno “rubabile” (7,1%). Nel 7% dei casi inoltre si riscontra la convinzione di una inaffidabilità generale dei sistemi presenti sul mercato.
La percezione del furto da parte della vittima: danno economico e personale
I risultati dell’analisi attestano che il furto viene percepito da chi lo subisce come “vulnus” prevalentemente nella sfera e ambiente personale e famigliare (50% dei casi).

marco lasala

Credo di esser nato per comunicare la mia passione per i motori: i miei primi passi li ho mossi.. su di un kart!!! Mi sono laureato in Economia e Commercio (indirizzo Marketing), ma ho iniziato a fare il giornalista da quando avevo poco più di 20 anni, scrivendo per quotidiani nazionali e riviste estere. Oggi collaboro con diverse testate specializzate nell’universo automotive, provo auto e moto, descrivo le mie sensazioni di guida, cerco di emozionare i lettori. Sono un competitivo, amo salire sul gradino più alto del podio, sono convinto che il pericolo più grande sia frenare, piuttosto che affrontare una curva a gas aperto! Il mondo dei motori è in continua evoluzione, l’elettrificato macina chilometri, ma… nella mia mente la melodia di un V12 a 8.000 giri non svanirà mai!

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