La “M” è la lettera magica del gruppo BMW. Quella semplice letterina affiancata al rosso- blu-celeste del logo, trasforma le eleganti e confortevoli vetture bavaresi in vere macchine da corsa. Ogni test drive con una Bmw M è come entrare nel DNA sportivo della casa di Monaco.
Non puoi non ricordare le versioni M che nel tempo hanno fatto sognare gli appassionati dell’elica, in pista, nelle cronoscalate e in strada. Sono un inno allo sport automobilistico a cominciare dalla M3 dagli anni 80 con il 4 cilindri, negli anni 90 con le sei cilindri ed ora addirittura con il V8, per continuare con le attuali M5 o M6 da 507 cv e il plurifrazionato V10.
La X6 M, la vettura del nostro test drive è una declinazione diversa, per la prima volta la Motorsport ha messo le mani infatti sui grossi “Sav”(Sports Activity Vehicle)Bmw e questo ai puristi avrà fatto storcere il naso. Lo stile della X6 da sempre ha fatto discutere per la sua imponenza, ma la sua forma da coupè certamente non la allinea alla concorrenza. Il carattere M lo si nota all’esterno, nei grandi passaruota laterali che accolgono le maxi ruote da 20”, il frontale con le sue grosse prese d’aria fa capire che sotto al cofano c’è una sorta di drago che aspetta soltanto di scatenare tutta la sua potenza. Dietro sono i quattro terminali di scarico a fare la differenza rispetto alle versioni più “civilizzate”.
Il cuore di questa X6 M è il nuovo 4.4 V8 a iniezione diretta di benzina che già viene montato sulle altre versioni, ma con due turbine che ne aumentano coppia e potenza fino a 555 cv. Al volante ritrovo tutto il confort che una Bmw sa offrire al suo pilota e ai passeggeri. Le impostazioni elettroniche del sedile consentono di trovare la migliore posizione di guida in pochi secondi. Il volante in pelle ha i comandi multifunzione e il famoso tasto M, dietro la corona si trovano le piccole palette del cambio automatico-sequenziale. All’accensione il motore gira in modalità “fusa di gatto”, e con molta grazia sfrutta “solo” 400 cv . Questa è la modalità fatta per andare a fare la spesa o per accompagnare i bimbi a scuola. La X6 si muove con un’agilità sorprendente nonostante il peso non sia dei più esili, si muove bene in mezzo al traffico con lo sterzo leggero e equilibrato e con il Dynamic Performance Control, un differenziale posteriore a controllo elettronico che ripartisce la coppia tra le ruote in maniera variabile, rilevando in tempo reale l’aderenza sull’asfalto, l’angolo di imbardata e altri fattori che determinano l’assetto.
La tecnologia della Bmw si conferma al momento leader e il “non plus ultra” della dinamica automobilistica. Sulla vettura in prova c’è l’head up display che ti ricorda di essere in una vettura del terzo millennio, e assieme alla nuova cloche del cambio ti dà la sensazione di essere ai comandi di un Jet più che su un’auto. L’abitabilità è ottima e abbondante davanti, per i due passeggeri posteriori invece ci può essere qualche problema se la loro altezza supera il metro e 70. Con la marcia in modo standard farete tutto con relax, se poi pigiate il tasto M allora il carattere di questa suv diventa “diabolico”, con accelerazioni che faranno impallidire anche il pilota della sportiva di turno, che al semaforo, sarà convinto di darvi una bella lezione… A quel punto però dovete fare i conti con altri parametri di utilizzo della X6 M, compresi i suoi consumi che saranno allineati alle prestazioni. Ma se siete tra i fortunati che potete permettervi questa M non sarà un problema. Sulla X6 M, anche se molto confortevole non è stato per niente snaturato il temperamento delle M più famose.
Testo a cura di Carlo Rallo
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