Sono cento, gli anni che compie in questi giorni il marchio Alfa Romeo. Osservando la Giulietta, l’ultima nata in casa del Biscione, figlia di una tradizione e di una progenitrice che ha fatto la storia dell’automobilismo, non posso che apprezzare il suo ritorno, e bisogna subito riconoscergli una capacità di battersi ad armi pari contro tutti.
E’ stata abbastanza lunga la gestazione di questa nuova Alfa, sia per i tempi duri che vive l’automobile in genere, sia perché la progettazione di un modello cruciale richiede sempre quelle attenzioni tecniche, stilistiche e sulla qualità cui non si può prescindere. Per quanto riguarda l’aspetto tecnico più importante, questa auto ha un telaio tutto nuovo ed un tradizionale ma evoluto schema MacPherson per le sospensioni anteriori che vanno a sostituire il sistema a quadrilateri che hanno decretato il successo per oltre dieci anni della 147. L’auto protagonista di questo test drive è la Giulietta 2.0 JTDm in allestimento Distinctive, color bianco, il prezzo è di 27.500 euro. Lunga 4.35 metri, largha 1,80 e alta 1,46, il design della Giulietta è diretto discendente della Mito e prima ancora della 8C Competizione, la sportiva di casa che sta tracciando le linee guida di tutte le nuove Alfa.
La parte anteriore è decisa , con il muso meno imponente rispetto alla Mito, ma sempre importante, con lo scudetto al centro e i due lobi inferiori con le grandi griglie. I fari anteriori sono diventati “modaioli” ed hanno incastonati 4 led ognuno, per un effetto scenografico anche diurno che non è niente male. Di lato la sua fisionomia è imponente per la linea di cintura alta, e elegante con la forma a cuneo del tetto e le portiere posteriori nascoste, le sue maniglie sono invisibili, ma diventano molto pratiche una volta individuate. Il posteriore di questa Giulietta è davvero ben fatto, con i due terminali di scarico in bella vista che ne esaltano il cuore sportivo. Il portellone è piccolo e si apre premendo il logo Alfa, i fari posteriori sono grandissimi e i tanti led che li compongono le conferiscono uno stile che al buio non la fa confondere con nessun’altra. È arrivato il momento di sedermi al volante e di raccontarvi le sensazioni provate alla guida.
Una volta seduto, sembra di essere su una coupè, la plancia ha uno stile semplice, i vari comandi sono tutti di facile utilizzo, la leva del cambio è corta e le marce si inseriscono con molta rapidità. Piccole invece sembrano le bocchette di aerazione e il volante anche se preciso è troppo grande, qualche centimetro in meno di diametro sarebbe stato gradito. I sedili sono comodi e trattengono bene il corpo, la loro fattura in pelle di questo modello superaccessoriato è di livello superiore. Bello il quadro strumenti, ma la lunetta che attraversa il volante per la loro visione è troppo piccola. Il motore di questa Giulietta in prova è il 2.0 JTDm da 170 cavalli, ha una progressione esuberante ed è molto omogeneo e “corposo” sia a bassi regimi che a quelli medio-alti. Sinceramente, le prestazioni di questa Giulietta mi hanno impressionato favorevolmente, ma l’assetto e la sicurezza di questa vettura possono far spazio a potenze e propulsori ben più generosi.
La tenuta di strada è da primato della categoria e il lavoro fatto dai tecnici non farà rimpiangere la “vecchia” 147. Freni e pneumatici da 225/45R17 contribuiscono alla sicurezza di questa Giulietta. Infine vi parlo del DNA (il sistema di controllo delle sospensioni, del motore e dei freni), sviluppato specificamente per questa vettura è ora ancor più reattivo rispetto a quello usato sulla Mito. Istantaneamente una volta cambiata la posizione da Normal a Dynamic la vettura cambia totalmente carattere, lo sterzo si fa più reattivo, la ripresa e l’accelerazione sono molto più pronte, le sospensioni più rigide e anche i freni rispondono in maniera più decisa. La Giulietta nasce bene, ha un design accattivante e una qualità superiore che portano la media del Biscione a confrontarsi con la migliore concorrenza straniera. La Giulietta è il miglior modo di festeggiare i cento anni di storia Alfa Romeo.
Testo a cura di Carlo Rallo
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