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Championship Tower, storia di un trofeo

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L’idea e la creazione del trofeo del Campionato del Mondo MotoGP in questo video di motogp.com
È possibile toccare il cielo e afferrare la gloria semplicemente ponendo il proprio nome su una placca? Con il trofeo Championship Tower, simbolo del Campionato MotoGP, sì, anche se prima è necessario laurearsi Campioni del Mondo…
Creato per dare risalto e importanza da una parte al pilota dominatore della classe regina, e dall’altra a tutti coloro che hanno fatto, fanno e faranno parte della famiglia MotoGP, questo pezzo d’arte moderna è un misto di storia e passione, in una forma in continua evoluzione.
“Cercavamo qualcosa che potesse rappresentare la storia del Campionato del Mondo MotoGP. Si tratta del più antico Campionato di sempre e al suo interno vanta la presenza di moltissime nazioni,” ha detto Marc Garcia Rojals, ideatore del trofeo. “Da qui l’idea di un’opera viva, che riprendesse i tratti della Torre di Babele”.
Il disegnatore spagnolo ha poi aggiunto: “Abbiamo pensato che i simboli della MotoGP, ripetuti per ogni anno dal 1949 a oggi e personalizzati con il nome di ogni campione, potessero formare una costruzione infinita, alla ricerca del cielo e della gloria, come appunto il concetto della mitica torre”.
Il trofeo è composto da due parti fondamentali: la base formata nella sua totalità da fibra di carbonio, compatta e leggerissima allo stesso tempo, e dai tasselli in argento massiccio.

Fonte MotoGP.com – http://www.motogp.com

marco lasala

Credo di esser nato per comunicare la mia passione per i motori: i miei primi passi li ho mossi.. su di un kart!!! Mi sono laureato in Economia e Commercio (indirizzo Marketing), ma ho iniziato a fare il giornalista da quando avevo poco più di 20 anni, scrivendo per quotidiani nazionali e riviste estere. Oggi collaboro con diverse testate specializzate nell’universo automotive, provo auto e moto, descrivo le mie sensazioni di guida, cerco di emozionare i lettori. Sono un competitivo, amo salire sul gradino più alto del podio, sono convinto che il pericolo più grande sia frenare, piuttosto che affrontare una curva a gas aperto! Il mondo dei motori è in continua evoluzione, l’elettrificato macina chilometri, ma… nella mia mente la melodia di un V12 a 8.000 giri non svanirà mai!

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