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Gamma Skoda GreenLine

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Già nel 2008, con le versioni GreenLine di prima generazione, la Škoda ha compiuto il primo decisivo passo nella direzione di un consistente abbattimento dei consumi e delle emissioni. Al Salone dell’Automobile di Parigi è presente la seconda generazione di questa tecnologia orientata alla tutela ambientale: per la prima volta, la Casa automobilistica ceca propone le versioni GreenLine per tutti i cinque modelli della gamma.
Per il SUV compatto Yeti e per la Superb Wagon GreenLine si tratta di un debutto assoluto. La tecnologia GreenLine si basa sulla combinazione di differenti accorgimenti introdotti sulle vetture, tra cui:
• sistema start/stop
• recupero dell’energia in fase di frenata
• taratura specifica della centralina motore
• pneumatici a bassa resistenza al rotolamento
• modifiche aerodinamiche alla carrozzeria e al sottoscocca
• indicatore della marcia consigliata nella strumentazione
• nuovi propulsori 1.2 TDI CR (per Fabia e Roomster) e 1.6 TDI CR (per Yeti, Octavia e Superb)
Questi accorgimenti consentono di ottenere una significativa riduzione dei consumi di carburante e delle emissioni di CO2. La Fabia e la Fabia Wagon in versione GreenLine si contraddistinguono per un consumo di 3,4 litri ogni 100 chilometri nel ciclo combinato, con emissioni di CO2 pari a 89 g/km. La MPV compatta Roomster GreenLine, con un consumo combinato pari a 4,2 litri ogni 100 chilometri, può vantare un valore record nella propria categoria: le emissioni di CO2 in questo caso si attestano a 109 g/km.
La Octavia, in entrambe le varianti di carrozzeria – berlina e station wagon – viene proposta in due differenti versioni “amiche dell’ambiente”. La GreenLine fa registrare un consumo di 3,8 litri per 100 chilometri nel ciclo combinato, con emissioni di CO2 pari a 99 g/km. Grazie a questi valori, la Octavia GreenLine può essere annoverata tra le berline più ecologiche del segmento.
È inoltre disponibile la versione denominata Green tec: in questo caso la vettura propone solo alcuni degli accorgimenti previsti dal pacchetto GreenLine; il consumo nel ciclo combinato è di 4,2 litri ogni 100 chilometri, con 109 g/km di emissioni di CO2.
 Con la Yeti GreenLine, la Škoda dimostra come anche i SUV possano raggiungere un grado di contenimento dei consumi del tutto ragguardevole. Nonostante la superficie frontale sia molto più ampia rispetto a quella di una berlina, grazie alla tecnologia GreenLine applicata al propulsore 1.6 TDI CR 105 CV (77 kW) la Yeti limita il consumo a soli 4,6 litri ogni 100 chilometri nel ciclo combinato (119 g/km CO2), pur conservando tutte le caratteristiche di una vettura dinamica: l’accelerazione da 0 a 100 km/h richiede 12,1 secondi, mentre la velocità massima è di 176 km/h.
La tecnologia GreenLine dimostra la propria efficacia con i modelli top di casa Škoda: la Superb e la Superb Wagon. Per entrambe le vetture, il consumo nel ciclo combinato è pari a 4,4 l/100 km, con emissioni di CO2 di 114 g/km. La berlina accelera da 0 a 100 km/h in 12,5 secondi e raggiunge la velocità massima di 192 km/h (per la Wagon, i valori sono rispettivamente 12,6 secondi e 190 km/h).
Il principale accorgimento tecnico presente sulle versioni GreenLine è il dispositivo start/stop, grazie al quale il consumo di carburante viene ridotto fino a circa il 10%. Nel traffico cittadino, i vantaggi possono essere anche maggiori; non va inoltre dimenticato come lo spegnimento automatico del motore, ad esempio in sosta a un semaforo, determini l’annullamento delle emissioni acustiche: ciò contribuisce notevolmente a migliorare la qualità della vita nelle aree urbane.
L’impiego del sistema start/stop presuppone, tuttavia, una perfetta capacità di funzionamento del sistema stesso, tale da garantire la più totale sicurezza di circolazione in qualunque condizione possibile. Il motore deve potersi riavviare senza fatica; d’altra parte, in determinate situazioni, non deve avviarsi affatto. Pertanto il sistema si disattiva non appena il guidatore slaccia la cintura di sicurezza e viene aperta la porta lato guida o il cofano del motore. In questo modo si impedisce che l’avviamento del motore possa causare lesioni nel corso di interventi di manutenzione o controllo oppure effettuando il rifornimento.
Lo spegnimento automatico del motore viene disattivato anche se è necessario disporre della servoassistenza allo sterzo o del servofreno, se l’abitacolo è fortemente surriscaldato o molto freddo, se il ventilatore dell’abitacolo funziona alla massima velocità o è attiva la funzione di sbrinamento. Inoltre il sistema automatico impedisce lo spegnimento del motore in caso di condizioni di carica insufficiente della batteria o alle basse temperature. La vettura viene riavviata automaticamente, anche senza che il guidatore abbia premuto il pedale della frizione, se le ruote della vettura iniziano a girare o se è necessario caricare la batteria. Tutti questi parametri garantiscono un funzionamento del sistema automatico start/stop privo di inconvenienti o pericoli. Il sistema può anche essere disattivato manualmente con l’interruttore di controllo presente sul tunnel centrale. Il simbolo start/stop sul display della strumentazione informa il guidatore sullo stato di funzionamento in cui il sistema si trova di volta in volta.

Marco Lasala

Scritto da Marco Lasala

Credo di esser nato per comunicare la mia passione per i motori: i miei primi passi li ho mossi.. su di un kart!!! Mi sono laureato in Economia e Commercio (indirizzo Marketing), ma ho iniziato a fare il giornalista da quando avevo poco più di 20 anni, scrivendo per quotidiani nazionali e riviste estere. Oggi collaboro con diverse testate specializzate nell’universo automotive, provo auto e moto, descrivo le mie sensazioni di guida, cerco di emozionare i lettori. Sono un competitivo, amo salire sul gradino più alto del podio, sono convinto che il pericolo più grande sia frenare, piuttosto che affrontare una curva a gas aperto! Il mondo dei motori è in continua evoluzione, l’elettrificato macina chilometri, ma… nella mia mente la melodia di un V12 a 8.000 giri non svanirà mai!

Un Bautista fiducioso nella sua Suzuki

Yamaha R1 2009