Dani Pedrosa fa suo per la prima volta in carriera lo storico appuntamento di Indianapolis, imponendo un ritmo terrificante su tutti i rivali. La partenza, suo pezzo forte, non lo favorisce questa volta, anche se la RC212V numero 26 ha tutto il tempo di recuperare. Le vittime sono prima il compagno di squadra Andrea Dovizioso, e poi il re delle qualifiche Ben Spies. Una volta trovata la vetta della corsa, come spesso accade, è facile per lo spagnolo trovare sicurezza e tempi e involarsi verso la terza vittoria stagionale. 25 punti che contano, anche se il podio in extremis di Jorge Lorenzo vanifica un po’ il tentativo di recupero anche nel mondiale. Dietro a Pedrosa chiudono Ben Spies e appunto Jorge Lorenzo. Se per il primo si tratta del miglior risultato in carriera, per il secondo è senza dubbio il peggiore della stagione, il che la dice lunga sull’annata del numero 99.
Positiva la prova anche di Valentino Rossi. Per lui un fine settimana difficile con tre cadute in tre sessioni (mai successo in carriera) e una gara difficile soprattutto a livello fisico. La sua sfida con Andrea Dovizioso non dura molto, ma è sicuramente un buon segnale di ripresa per il Campione del Mondo in carica.
La top six è completata proprio dall’italiano della Repsol Honda, in evidente difficoltà nel finale dove accusa più di sei secondi in pochi giri da Rossi, e Nicky Hayden, che a seguito di un’esaltante qualifica, si attendeva senza dubbio qualocosa in più.
Marco Simoncelli (San Carlo Honda Gresini), Álvaro Bautista (Rizla Suzuki), Aleix Espargaró (Pramac Racing) e Hector Barberà (Paginas Amarrillas) completano la top ten del Red Bull Indianapolis Grand Prix.
Fonte MotoGP.com – http://www.motogp.com
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